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Francia, molnupiravir nelle farmacie a giorni. Ma nuovi dati ridimensionano attese

30 Novembre 2021

Molnupiravir, l’antivirale orale di Merck contro le infezioni da covid lievi e moderate, dovrebbe arrivare nelle farmacie francesi entro questa settimana grazie all’autorizzazione speciale concessa dall’Ema proprio su insistenza (anche) di Parigi. Ma intanto, mentre le agenzie regolatorie proseguono nella valutazione del farmaco, dagli Usa arrivano dati di laboratorio che ridimensionano gli entusiasmi. Ne dà notizia un articolo del Quotidien du pharmacien, secondo il quale dopo gli ultimi trial l’efficacia del farmaco sarebbe scesa al 30%.

In precedenza aveva fatto testo uno studio condotto su 700 pazienti pazienti americani, tutti con Covid da lieve a moderato e almeno un fattore di rischio aggravante: l’assunzione di molnupiravir entro 5 giorni dai primi sintomi aveva ridotto del 48% il tasso di ricoveri e decessi per covid. Venerdì scorso, 26 novembre, Merck ha però pubblicato i dati completi, riguardanti oltre 1.400 pazienti, e stavolta l’efficacia del trattamento su ricoveri e decessi è scesa al 30%.

Merck ha subito sottolineato che i risultati, intermedi e completi, avvalorano «l’efficacia e la valutazione complessivamente favorevole del rapporto rischio-beneficio di molnupiravir» per covid da lieve a moderato in pazienti a rischio di Covid grave. Sulla base dei risultati completi, il tasso di ospedalizzazione è stato del 6,8% nel gruppo molnupiravir rispetto al 9,7% nel gruppo placebo. Per quanto riguarda il numero di decessi, è 1 nei pazienti trattati e 9 in quelli che hanno ricevuto il placebo. «Il 30% è meglio di niente ma è deludente» ha invece ammesso Mahmoud Zureik, direttore scientifico dell’Ansm (l’Aifa francese) «e non possiamo escludere che, nella vita reale, questo prodotto sia ancora meno efficace».

In un rapporto preliminare pubblicato venerdì, riferisce ancora il Quotidien, la Fda ha confermato l’efficacia di molnupiravir nei pazienti ad alto rischio di ricovero. Tuttavia, ha proposto al comitato di esperti che deve emanare le raccomandazioni d’uso di escludere le donne in gravidanza. L’Ema dovrebbe decidere se autorizzare questo trattamento prima della fine dell’anno. Nel frattempo, la Francia lo metterà a disposizione già dai prossimi giorni attraverso la procedura di accesso precoce, che sarà discussa in una riunione in programma domani.