estero

In Francia si ragiona su recupero e riutilizzo di dispositivi e farmaci

14 Luglio 2023

La Cnam, la mutua francese, ha intenzione di valutare la fattibilità di un recupero e riutilizzo dei farmaci che gli assistiti hanno ricevuto in regime convenzionato e non hanno consumato. L’ipotesi è appena accennata nel consueto rapporto che la Cnam pubblica ogni estate in vista della prossima Legge annuale per il finanziamento dell’assistenza sociosanitaria, che viene discussa in autunno. Si tratta di un passaggio di un paio di righe in un documento di oltre 300 pagine, che però sta già mettendo sul chi vive i farmacisti titolari d’Oltralpe: il progetto, in sostanza, è quello di riutilizzare i farmaci non consumati «per ridurre gli sprechi» (e, sospetta qualcuno, ridurre la spesa farmaceutica pubblica).

Il primo a individuare il passaggio ospetto è stato Philippe Besset, presidente della Fspf (Fédération des syndicats pharmaceutiques de France): in alcune dicharazioni al Quotidien du pharmacien, Besset parla di proposta «da far rizzare i capelli», innanzitutto per i problemi normativi che genera: i farmaci inutilizzati che dovessero tornare in farmacia per essere “ri-dispensati”, spiega Besset, sollevano enormi interrogativi sulla tracciabilità e sulla sicurezza; una volta uscito dalla filiera distributiva il farmaco non è più garantito e controllato, dunque manca ogni garanzia. È per questo, spiega, che in Francia dal 2009 i farmaci sono esclusi dal riutilizzo anche per fini umanitari. In ogni caso, conclude il sindacalista, siamo pronti a dare il nostro contributo perché la proposta possa progredire.

Il Quotidien du pharmqcien ha contattato anche la Cnam, che ha confermato i propri propositi: l’idea, in sostanza, è di valutare quali prodotti sanitari possano essere eventualmente recuperati e riutilizzati. Il pensiero va in prima battuta ai dispositivi medici, ma potrebbero rientrare anche i farmaci- «È vero che il tema solleva parecchi interrogativi» ha ammesso Grégoire de Lagasnerie, della Cnam «per esempio a proposito di tracciabilità, ma vale la pena ragionare sul modo con cui svuotare gli armadietti dei medicinali delle famiglie francesi e provare a re-immettere nel circuito distributivo alcuni dispositivi medici o farmaci, ossiamente a prezzi diversi».

Per ora, continua Lagasnerie, si sta lavorando al progetto e se ne discuterà con tutte le parti interessate. L’idea, in particolare, è quella di partire concentrandosi prima su alcuni dispositivi medici, per i quali c’è maggiore bisogno, e quindi passare ai farmaci quando ci saranno gli sviluppi normativi, anche a livello europeo».