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Indagine Pgeu: le carenze costano alle farmacie 5,1 ore di lavoro alla settimana

5 Febbraio 2022

La carenza di farmaci genera problemi che per essere risolti rubano alle farmacie 5,1 ore alla settimana. Ma è soltanto una media, perché le risposte oscillano da un minimo di una a un massimo di 18 ore, sempre alla settimana. E’ quanto rivela l’edizione 2022 dell’indagine che il Pgeu, l’associazione dei farmacisti e delle farmacie europee, conduce a cadenza annuale per misurare dimensioni ed effetti delle indisponibilità dei farmaci nel territorio dell’Ue

Al sondaggio hanno partecipato i rappresentanti di 27 Paesi membri (Italia compresa) e la fotografia che ne scaturisce mostra un’immagine in leggero miglioramento rispetto all’anno scorso: in tutti i Paesi le farmacie hanno registrato carenze nelle forniture di farmaci, ma per la prima volta il fenomeno non è peggiorato rispetto ai 12 mesi precedenti (lo dice il 52% degli intervistati).

Tutte le classi di farmaci sono interessate da queste carenze: i farmaci cardiovascolari hanno generato indisponibilità nell’85% dei paesi, seguiti dai farmaci per il sistema nervoso (78%) e per il sistema respiratorio (74%). Nella maggior parte dei Paesi (52%), più di 200 medicinali risultavano carenti al momento dell’indagine.

Tre quarti degli intervistati hanno riportato inoltre problemi nelle forniture alle farmacie di dispositivi. Le carenze segnalate più spesso, in particolare, riguardano i dispositivi medici di Classe I (a basso rischio: bende, termometri, mascherine chirurgiche) e la diagnostica in vitro.

Quasi tutti i Paesi membri ritengono che la carenza di farmaci sia fonte di disagi per i pazienti (96%). Anche l’interruzione delle cure (67% dei paesi), l’incremento dei costi di “copayment” a causa di alternative dal prezzo maggiore o non rimborsate (56%) e il trattamento non ottimale o dalla minore efficacia (56%) sono indicati tra gli effetti negativi delle carenze.

Ma in quanto imprese, anche le farmacie patiscono spesso costi aggiuntivi a causa delle indisponobilità: nella maggior parte dei Paesi la perdita è collegata al tempo perso nella ricerca di soluzioni (96% dei paesi), al calo della fiducia dei pazienti (78%) e all’insoddisfazione dei dipendenti (67%).

Esistono infine forti differenze tra Paesi nella scelta delle soluzioni con cui risolvere le carenze. La sostituzione generica (93% dei paesi), l’approvvigionamento dello stesso medicinale da fonti alternative autorizzate come altre farmacie (59%) e l’importazione del medicinale da un altro Paese in cui è disponibile (52%) sono le contromisure adottate più di frequente. Tuttavia, in alcuni casi entrano in gioco restrizioni (per esempio, la ripetizione ex novo della ricetta) che possono creare disagi e costare tempo a farmacie e clienti. D’altronde, conclude l’indagine, non esiste una definizione nazionale di carenza di farmaci nel 41% dei Paesi, e nel 37% non esiste un sistema nazionale di segnalazione delle carenze che possa essere di aiuto ai farmacisti.