estero

Francia, allentate le regole sulle aperture di nuove sedi nei comuni rurali

17 Aprile 2024

Colpo di scena, tutt’altro che apprezzato dai farmacisti francesi, nell’iter della proposta di legge sull’accessibilità delle farmacie nei comuni rurali. La settimana scorsa, infatti, il Senato ha dato via libera al testo nella versione originale, cioè senza gli emendamenti concordati con i sindacati dei titolari in commissione Affari sociali. Passa quindi l’allentamento delle regole sulle nuove aperture che le organizzazioni di categoria avevano criticato aspramente: attualmente, nelle aree rurali, una nuova sede può essere istituita solo a condizione che serva un gruppo di comuni contigui di almeno 2.500 abitanti (in totale) e che uno di questi abbia più di 2mila residenti; la proposta approvata elimina il criterio dei duemila 2.000 abitanti nel comune maggiore ed estende il meccanismo dei 2.500 abitanti per gruppo di comuni anche alle aree non rurali.

«Trovo incomprensibile che si sia tornati alla prima versione» commenta al Quotidien du pharmacien Pierre-Olivier Variot, presidente dell’Uspo (Union des syndicats de pharmaciens d’officine) «autorizzare l’apertura di farmacie in aree così piccole significa correre il rischio di destabilizzare la rete e uccidere quelle già esistenti. Rischiamo di creare un eccesso di sedi come negli anni ’80. Le piccole farmacie che nascerebbero non avranno i mezzi finanziari per far fronte ai servizi. Mi rammarico che i senatori non abbiano considerato questo pericolo». «L’obiettivo non è aprire nuove farmacie, ma preservare quelle già esistenti» aggiunge Philippe Besset, presidente della Fspf (Fédération des syndicats pharmaceutiques de France).

Approvato anche un emendamento che incentiva l’apertura delle cosiddette “farmacie annesse”, ossia dispensari istituiti da una farmacia di propria iniziativa per coprire un comune vicino che ha perso la sua sede; con la modifica approvata dall’aula del Senato, questi dispensari potranno essere aperti anche da farmacie più distanti se nessuna di quelle vicine ha fatto richiesta. Pessima idea per Variot: «Se lasciamo che le farmacie lontane aprano filiali dove vogliono, rischiamo di vedere arrivare grandi player che istituiranno dispensari in serie per mettere in piedi una vera e propria catena. Non è questa l’idea che era alla base della proposta originaria».

Attenua l’amarezza l’approvazione di un altro emendamento, stavolta favorevole ai farmacisti, che prolunga di un anno (da uno a due) il periodo massimo per cui un farmacista titolare può chiedere di essere sostituito.