estero

Intelligenza artificiale, medici scettici secondo sondaggio internazionale

8 Luglio 2023

Per il 61% dei medici l’intelligenza artificiale può essere d’aiuto nella valutazione clinica, per il 54% accelera gli interventi sanitari e per il 55% incrementa l’efficienza operativa. Ma meno di un curante su due (42%) ritiene affidabili i dati forniti dall’Ai e una quota più meno uguale (44%) pensa che i risultati siano inficiati da bias insiti negli algoritmi. Sono alcuni dei risultati che arrivano dalla ricerca Reimagining Better Health (Immaginare una salute migliore) commissionato da Ge HealthCare e condotto su un campione di duemila professionisti della sanità – medici, infermieri, tecnologi, tecnici e terapisti – che lavorano nelle strutture ospedaliere di otto Stati (Brasile, Cina, Corea del Sud, Germania, India, Nuova Zelanda, Regno Unito, Stati Uniti).

L’indagine, che ha raccolto anche le opinioni di 5.500 pazienti distribuiti negli stessi Paesi, lascia intendere che per una sanità ancora più efficiente e personalizzata occorrono soluzioni e strumenti con cui far girare ancora più velocemente dati e informazioni. Già adesso poco più della metà dei medici afferma che le tecnologie si integrano perfettamente tra loro (51%) e sono facili da usare e intuitive (53%). Ma sulla disponibilità dei dati tra sistemi e piattaforme c’è ancora da lavorare: il 41% dei medici non è convinto di avere accesso tempestivo a cartelle cliniche elettroniche affidabili e circa un terzo dei pazienti (35%) teme che i medici che li hanno in cura non abbiano accesso ai loro dati sanitari.

L’Intelligenza artificiale, al riguardo, può essere di supporto ma attenzione ai rischi. Lo dicono soprattutto i medici, in particolare quelli con maggiore anzianità: il 54% ritiene che l’Ai possa contribuire a ridurre le disparità dell’assistenza (54%) e se il 66% dei medici cinesi ritiene che l’Intelligenza artificiale sia pronta per essere utilizzata in ambito clinico, nel Regno Unito la pensa allo stesso modo solo il 35% dei medici e neglki Usa il 29%. Più in generale, il 58% dei professionisti intervistati ritiene che l’Ai non sia ancora affidabile.