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L’Oms preoccupato per la flessione degli screening covid nel mondo

30 Aprile 2022

Preoccupa l’Oms la flessione dei test covid che si sta registrando in tutto il mondo. «Di fronte a un virus mortale l’ignoranza non porta felicità» ha rimarcato il direttore generale dell’Organizzazione, Tedros Adhanom Ghebreyesus, in una conferenza stampa organizzata nei giorni scorso a Ginevra: non si può che essere soddisfatti, ha continuato il dirigente, della contrazione dei contagi e dei decessi rilevata a livello globale (la scorsa settimana 15mila morti, il totale più basso dal 2020); ma occorre restare cauti perché meno test si fanno e meno informazioni si ricevono su trasmissione e sequenza del virus. «Siamo sempre più ciechi sull’evoluzione di covid» ha rimarcato Ghebreyesus, che ha esortato tutti i Paesi a continuare a monitorare la malattia.

«Negli ultimi quattro mesi» ha aggiunto Bill Rodriguez, ceo di Find (Global Alliance for Diagnostics), organizzazione che collabora con l’Oms «cioè nel pieno dell’ondata da Omicron, mentre le città dell’Asia orientale si bloccavano e gli indici delle vaccinazioni ristagnavano, i tassi dei test sono diminuiti del 70-90% a livello globale. E questo nonostante le capacità di screening non siano mai state così grandi e la pandemia sia ancora in corso, a prescindere dall’andamento dei decessi».

«Questo virus non sparirà soltanto perché i Paesi smettono di cercarlo» ha ripreso Ghebreyesus «Sars-CoV-2 si sta ancora diffondendo, sta ancora mutando e sta ancora uccidendo». La pandemia ha portato alla morte di oltre 6 milioni di persone con 500 milioni di casi rilevati. Ma, secondo uno studio pubblicato il 10 marzo sulla rivista medica The Lancet, il bilancio reale sarebbe tre volte superiore, con 18,2 milioni di morti in tutto il mondo tra l’inizio del 2020 e la fine del 2021.