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Polonia, mille farmacie chiuse in due anni. E qualcuno attacca il quorum

23 Gennaio 2020

Si riscalda, in Polonia, il dibattito sugli effetti della legge che dal 2017 vieta alle catene l’acquisto di nuove farmacie e fissa un quorum (cui tendere) di almeno 3mila abitanti per esercizio. Secondo un rapporto di Pharmanet, l’associazione che rappresenta le insegne di farmacia, il divieto ha provocato in due anni la chiusura di circa 1.100 presidi (dai 14.900 del 2017 ai 13.700 di fine 2019), distribuiti soprattutto nelle piccole città e nei paesi. La riforma, in sostanza, non avrebbe centrato nessuno degli obiettivi che si proponeva, dallo sviluppo del servizio farmaceutico nelle aree rurali al contrasto dell’export farmaceutico.

Per Pharmanet, la spiegazione è semplice: dietro al parallel trade non ci sono le catene ma organizzazioni criminali e singole farmacie conniventi; inoltre, il mercato non è sotto il monopolio delle società di capitale, come si è fatto credere con l’approvazione della legge, perché la maggior parte delle 375 società che fanno capo all’associazione il 90% ha dimensione soltanto locale.

Di ben altro avviso l’Ordine dei farmacisti polacco, che in un comunicato contesta le affermazioni di Pharmanet. Per cominciare, il rapporto evita di dire che in molte città le farmacie chiuse sono state sostituite da nuove aperture, in secondo luogo i problemi degli esercizi ubicati nelle aree rurali non hanno nulla a anche vedere con le grandi catene, che non hanno mai nutrito interesse per queste zone a basso reddito. Quanto all’export, la legge sembra avere prodotto risultati, perché in due anni sono state revocate 222 licenze per esportazione illegale di farmaci.

Per l’Ordine, dunque, la riforma del 2017 ha il merito di essere riuscita a stabilizzare il mercato dopo il boom delle aperture innescato artificialmente dall’apertura al capitale. Piuttosto, conclude l’associazione professionale, a preoccupare sono le manovre che le catene stanno mettendo in campo per aggirare il congelamento delle nuove acquisizioni disposto dalla legge. Tra queste, lo sviluppo di reti in franchising con condizioni particolarmente vincolanti per i titolari di farmacia o l’acquisto di azioni per assumere il controllo delle società di gestione.

Infine, l’Ordine ricorda ricorda un recente rapporto del sindacato nazionale dei proprietari di farmacia, in sigla Zappa, secondo il quale il numero delle farmacie in attività in Polonia è troppo alto. Attualmente il quorum è di una farmacia ogni 2.628 abitanti, quando in Europa la media è di 4.350 abitanti. Di conseguenza, nel Paese sarebbero sufficienti 8.796 farmacie e l’attuale sovrabbondanza genera insostenibilità. Le farmacie rispondono riducendo i costi, sostituendo i medicinali con integratori alimentari più economici e lucrando sull’esportazione di medicinali.