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Regno Unito, crescono gli ospedali che esternalizzano il servizio di farmacia

9 Gennaio 2020

Sono sempre di più gli ospedali inglesi che per risparmiare esternalizzano il servizio di farmacia. E’ quanto riferisce un articolo del Pharmaceutical Journal, la rivista della Royal pharmaceutical society, che cita dati di un rapporto pubblicato a dicembre dal Nhs, il Servizio sanitario britannico. Nel 2019, rivela l’analisi, quasi il 50% delle 106 aziende ospedaliere pubbliche (trust) monitorate dalla ricerca dichiara di disporre di una farmacia “sussidiaria”, nel 34% dei casi gestita da una società esterna e nel 16% dei casi da una società di cui lo stesso trust è proprietario (Wos, Wholly owned subsidiary).

Come spiega la rivista, il fenomeno si deve al fatto che la legge inglese esenta dal pagamento dell’iva gli ospedali che forniscono i medicinali “outpatient” (cioè ai pazienti in cura ma non ricoverati) attraverso farmacie collocate all’interno delle strutture ma appartenenti a società terze, in diversi casi le stesse catene che operano sul territorio.

Per i sindacati di categoria, si tratta di una deriva da contrastare con ogni mezzo: quando la farmacia è esternalizzata, infatti, le condizioni dei farmacisti peggiorano sensibilmente rispetto a quando erano impiegati nella tradizionale farmacia interna. In molti casi, riferisce il Pharmaceutical journal, al personale esternalizzato vengono proposti trattamenti salariali e previdenziali inferiori, anche se per Ewan Maule, vicepresidente del Ghp (uno dei sindacati dei farmacisti ospedalieri), è preferibile lavorare in una farmacia Wos che in una interamente esternalizzata.

Per i sindacati, in ogni caso, sarebbe preferibile che il Governo intervenisse per rimuovere l’agevolazione fiscale. «E’ una partita di giro a sommatoria zero» osserva Maule «i trust risparmiano sull’iva, lo Stato non incassa e quindi ha meno soldi per finanziare il Servizio sanitario».