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Regno Unito, da aumenti fiscali all’industria rischio nuove carenze

10 Gennaio 2023

Un aumento delle aliquote fiscali che gravano sull’industria farmaceutica britannica potrebbe spingere molti produttori a ritirare i loro medicinali dal mercato nazionale. È l’allarme che emerge da una valutazione del governo sugli effetti di un’eventuale manovra diretta a controllare la spesa farmaceutica pubblica.

L’ipotesi, formulata prima delle festività natalizie, è quella di incrementare dal 24,4% al 27,5% la tassazione forfettaria sugli utili netti delle aziende farmaceutiche che commercializzano medicinali branded. L’aliquota, che le imprese possono adottare su base volontaria, era già stata rivista al rialzo nel giugno dell’anno scorso, dal 14,3 al 24,4%, con decorrenza da questo gennaio. Il nuovo aumento, nel caso in cui venisse adottato, entrerebbe invece in vigore dal prossimo aprile.

In alternativa al regime forfettario, i produttori britannici possono aderire al Vpas, uno schema fiscale che tende a premiare le aziende più attive sul fronte dell’innovazione. Secondo la valutazione condotta dal Governo, tuttavia, «c’è il rischio che le aziende possano sospendere la fornitura di medicinali di marca in caso di aliquote più elevate che non sono accompagnate da crescite altrettanto elevati dei consumi di medicinali di marca». In particolare, è possibile che i produttori «ritardino o rinviino il lancio di nuovi prodotti» o si generino ulteriori carenze, anche se – avverte ancora il Governo – il rischio è contenuto perché restano sempre gli incentivi del Vpas per i farmaci innovativi.

Secondo Mark Samuels, amministratore delegato della British generic manufacturers association, «l’aumento della tariffa forfettaria per il 2023 rende alcuni prodotti in perdita, danneggiando la fornitura di medicinali del Regno Unito e aumentando la probabilità di carenza di farmaci. Per il solo regime volontario si tratta del quinto aumento dal 2021, nessun settore può far fronte a questa volatilità fiscale imprevedibile ed eccezionale. Siamo seriamente preoccupati per questa situazione».