Uno studio francese su larga scala ha confermato che le donne vaccinate contro covid presentano un rischio superiore del 20% rispetto alla popolazione generale di patire sanguinamenti mestruali abbondanti. In ogni caso, come riferisce un articolo del Quotidien du pharmacien, l’eventualità resta comunque limitata nel tempo (tre mesi) ed è circoscritta alla prima somministrazione.
L’indagine è stata condotta da Epi-Phare, gruppo di ricerca co-istituito dall’Ansm, l’Aifa francese, e dalla Cnam, l’assicurazione sanitaria nazionale, e ha coinvolto 4.610 donne di età compresa tra 15 e 50 anni, non incinte, senza precedenti di isterectomia o disturbi della coagulazione, trattate in ospedale per sanguinamenti abbondanti tra il 12 maggio 2021 e il 31 agosto 2022. Il gruppo di controllo, invece, era costituito da 89.375 donne della stessa fascia d’età e residenza.
Il 71% delle donne del primo gruppo e il 70% di quelle del gruppo di controllo avevano ricevuto almeno una dose di vaccino anti-covid; nell 68% e 66% dei casi rispettivamente, si trattava della dose primaria (Comirnaty o Spikevax, entrambi mrna, per il 98% delle pazienti). Le osservazioni hanno evidenziato un rischio di forti emorragie del 20% maggiore nelle donne che si erano vaccinate n4ei tre mesi precedenti. Tale rischio, sottolinea lo studio, «questo aumentato rischio non si è protratto oltre i tre mesi dalla vaccinazione primaria, né dopo la somministrazione della dose di richiamo». Commisurato alla platea dei 13 milioni di donne 15-50enni vaccinate in Francia al 31 agosto 2022, il tasso di casi di sanguinamento mestruale abbondante, che richiedono cure ospedaliere, è quindi di 8 per 1 milione di donne vaccinate. «Sempre che sia confermata l’ipotesi di un nesso causale», avverte lo studio.