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Svizzera, assistiti invitati dalle casse-malattia a comprare i farmaci sul web

3 Gennaio 2019

La concorrenza delle farmacie online internazionali preoccupa ormai non soltanto i farmacisti tedeschi ma anche quelli svizzeri. Colpa delle compagnie assicurative che nella Confederazione elvetica forniscono l’assistenza sanitaria: da alcune settimane, infatti, un numero crescente di provider ha iniziato a spingere i propri clienti ad acquistare i farmaci su internet, dove i prezzi risultano di solito più convenienti (e quindi le compagnie possono risparmiare sui rimborsi). Il caso più eclatante arriva da Assura, che di recente ha inviato una lettera ai suoi assistiti per invitarli a comprare sul sito di Zür Rose, distributore elvetico cui fa capo la farmacia online olandese DocMorris. Il nome rappresenta uno spauracchio per i farmacisti di mezza Europa, perché c’è questo gruppo dietro a due celebri sentenze della Corte di giustizia Ue: quella del 2003 aprì le porte all’e-commerce dei farmaci otc in tutta l’Unione e quella del 2017 che legittimò DocMorris a praticare sconti sui farmaci rimborsati dalle casse-malattia tedesche.

Quegli stessi sconti stanno ora attirando l’attenzione delle compagnie svizzere, al punto da suscitare forti proteste tra i titolari di farmacia della Confederazione. Secondo Claus Hysek, presidente del sindacato Ifak Verein, acquistare online a prezzi scontati è come «comprare qualcosa per distruggere qualcos’altro»; in altri termini, i costi che ne deriveranno per la collettività risulteranno assai maggiori dei risparmi immediati. Di avviso opposto Santésuisse, l’associazione delle compagnie sanitarie elvetiche, che stima in decine di milioni di franchi all’anno le economie assicurate dall’e-commerce (secondo Radio Télévision Suisse, Zür Rose praticherebbe prezzi mediamente inferiori del 12% a quelli delle farmacie tradizionali). Le assicurazioni, continua Santésuisse, non obbligheranno mai i loro assistiti ad acquistare su internet, ma per Hysek il comportamento di compagnie come Assura è già da censurare, perché i farmacisti già da tempo devono sopportare una forte concorrenza sui prezzi da parte delle farmacie online (che in Svizzera possono vendere a distanza anche i medicinali con obbligo di ricetta, come in Germania).