eventi

FarmacistaPiù, Mandelli: aiutate la farmacia ad aiutare il Paese

16 Ottobre 2018

Occorre che le istituzioni aiutino farmacie e farmacisti ad aiutare il Paese. Lo ha detto il presidente della Fofi, Andrea Mandelli, intervenendo sabato mattina al convegno “politico” di FarmacistaPiù, il congresso dei farmacisti italiani organizzato il 12-13 ottobre a Roma. «Mi pare evidente che sul ruolo della rete e sulle potenzialità della farmacia come presidio sanitario polifunzionale ci siano ormai ben pochi dubbi» ha osservato Mandelli «le esperienze europee e italiane, come il Progetto Mur promosso dalla Fofi, dimostrano che i farmacisti possono contribuire in modo efficace all’aderenza terapeutica e alle campagne di prevenzione e screening, così come possono intercettare gran parte delle richieste di interventi di lieve entità che altrimenti si tradurrebbero in un ricorso improprio alle prestazioni del pronto soccorso e della guardia medica». Si tratta in sostanza di dare fiducia alla farmacia dei servizi: «La farmacia deve essere messa nelle condizioni di esprimere tutte le sue potenzialità» ha ricordato Mandelli «ma la ostacolano condizioni economiche difficili, determinate dalla crisi globale ma anche da misure che, negli anni, hanno ridotto la sua stabilità: dalla distribuzione diretta alle liberalizzazioni e alla mancata riforma della remunerazione. Al decisore politico-sanitario diciamo che il servizio farmaceutico, i farmacisti, oggi vanno aiutati ad aiutare il paese».

Le farmacie, dal canto loro, devono prendere coscienza del fatto che vanno cercati nuovi ruoli. Lo ha detto il presidente di Federfarma, Marco Cossolo: «La prossimità non è più sufficiente a garantirci l’indispensabilità» ha osservato «se lo Stato è più bravo a comprare non mi interessa, iI nostro ruolo deve diventare di assistenza ai cittadini nell’uso dei medicinali. Solo così potremo sopravvivere». Per Loredano Giorni, dirigente del Servizio farmaceutico della Regione Piemonte e componente del Comitato prezzi dell’Aifa, è invece ora che i farmacisti titolari si disfino dell’idea che sulle farmacie grava una congiura. «Non c’è nessun piano di destabilizzazione» ha detto «semmai c’è una concomitanza di fenomeni economici che obbliga a essere attenti nell’uso delle risorse. Potremo dunque dire che il finanziamento del Ssn non è sufficiente quando avremo eliminato tutti gli sprechi». Dalle parole di Cossolo, poi, Giorni ha dedotto un’apertura alle proposte delle Regioni per un allargamento degli acquisti diretti. «Mi pare che il vento sia cambiato» ha osservato «prima c’erano altri orientamenti».

Tra i rappresentanti delle istituzioni presenti al convegno anche Vincenzo Pomo, coordinatore della Sisac in prossimità di scadenza (dovrebbe lasciare l’incarico per fine mese), che sulla farmacia dei servizi ha ricordato le esigenze poste dalle Regioni nell’ambito della trattativa sulla nuova Convenzione: «Per fare certi servizi occorre uno standard unico per tutte le farmacie» ha detto «per esempio serve uno spazio appartato dove eseguire l’ecg, perché non è tollerabile che il paziente faccia l’esame seduto in canottiera vicino al banco, come mi è capitato di vedere in una farmacia laziale».

«Non partiamo da zero ma da otto secoli di storia che consegnano alla comunità la storia di una vocazione al servizio» ha detto infine nel suo intervento il vicepresidente della Fofi, Luigi D’Ambrosio Lettieri «la farmacia è un presidio che gode di fiducia e potenzialità che devono essere dispiegate in modo più concreto. Ma dobbiamo lavorare insieme. Tutti, nessuno escluso».