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Autotest nasali da maggio nei canali del retail. Ma i dati tedeschi fanno pensare

20 Aprile 2021

Già disponibili da febbraio in Austria, da marzo in Germania, e da una settimana in Francia, gli autotest con tampone nasale rapido si preparano a sbarcare anche in Italia. A commercializzarli, dall’inizio di maggio, l’austriaca Technomed, distributrice per l’Europa del self test antigenico della cinese Xiamen Boson Biotech: l’azienda, come riportato ieri da nuova parte dei quotidiani nazionali, ha ottenuto nei giorni scorsi la registrazione del prodotto (che reca la marcatura Ce) tra i dispositivi autorizzati del ministero della Salute per l’uso non professionale.

Il tampone, in confezione monokit, verrà commercializzato a un prezzo tra i 6 e gli 8 euro e potrà essere acquistato non soltanto in farmacia, ma anche nei supermercati e in diversi altri canali del commercio tradizionale, dalle cartolerie alle ferramenta (dove già si vendono abitualmente le mascherine). L’Italia, in sostanza, ha deciso di seguire la strada della Germania, dove questi autotest sono distribuiti anche dalla gdo, e non quella di Austria e Francia, che invece hanno optato per la distribuzione esclusiva in farmacia.

Significativo, al riguardo, ciò che disse il ministro della Salute francese, Olivier Véran, dopo la decisione di escludere la gdo dalla distribuzione dei tamponi self test: «Serve un professionista della salute per vendere questi dispositivi» osservò «perché non è così semplice capire come funzionano». Dello stesso avviso la Has, l’Alta autorità per la salute (il comitato di esperti che assiste governo e ministero della Sanità sulle questioni clinico-scientifiche) che a metà marzo, nel parere con cui dava via libera agli autotest con tampone rapido, raccomandò la dispensazione in farmacia perché avrebbero potuto essere accompagnati «da consigli per il corretto utilizzo da parte dell’assistito».

I dati che arrivano dalla Germania, poi, gettano un dubbio su utilità e attendibilità di tali test. Come riferisce un servizio del canale tv France Info, in più di un mese e mezzo d’impiego questi dispositivi non sembrano avere dato un contributo significativo al tracciamento: nonostante i tedeschi li abbiano acquistati in massa, soltanto il 4% dei contagi è stato individuato grazie agli autotest nasali. Il sospetto, è che in molti casi gli assistiti li utilizzino in modo inappropriato e quindi non danno risultati.