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Carenze, dopo la Svizzera anche la Germania sceglie lo sconfezionamento

8 Aprile 2023

Dopo la Svizzera, anche la Germania inserisce lo sconfezionamento in farmacia tra le misure per arginare carenze e indisponibilità dei farmaci. È una delle novità che figurano nel disegno di legge approvato martedì scorso dal Governo: nel caso in cui il farmaco non sia disponibile nella confezione con la posologia ottimale per il trattamento prescritto dal medico, la farmacia può prelevare dalle confezioni più grandi il numero di blister corrispondente; invece, nell’eventualità in cui il medico non specifichi la durata della terapia, dev’essere dispensata la posologia minima.

«Lo sconfezionamento era stato introdotto all’inizio della pandemia» spiega a FPress Benjamin Rohrer, caporedattore della rivista Pharmazeutischen Zeitung «con l’obiettivo di ridurre al minimo gli accessi alle farmacie da parte dei malati: se mancava la confezione con le quantità prescritte, il farmacista poteva sconfezionare da un’altra (in Germania, i farmaci sono solitamente venduti in scatole da tre “taglie”: per 15 giorni, un mese o tre mesi di terapia, ndr). La legge approvata dal Governo, in sostanza, non fa altro che prorogare tale misura».

Il farmacista, in pratica, dispensa soltanto i blister che servono e conserva quelli che avanzano per un’altra dispensazione. «La farmacia non ottiene alcun vantaggio supplementare» prosegue Rohrer «perché il prezzo di vendita o rimborso è quello indicato sulla confezione diviso per il numero di pillole effettivamente dispensate. Più i 50 centesimi riconosciuti dalla legge sulle carenze per la sostituzione».

Ai tedeschi potrà così capitare di entrare in farmacia con una ricetta e uscire con un paio di blister attaccati con l’elastico, senza scatola né foglietto illustrativo. «Durante la pandemia è accaduto anche a me» osserva ancora Rohrer «va detto però che le farmacie possono effettuare lo sconfezionamento solo dopo precisi accordi-quadro con le casse-malattia. E la casistica è piuttosto ridotta: in media, una farmacia sconfezionerà al massimo sei o sette volte al mese. Più frequente è la sostituzione posologica: se la scatola per un mese di terapia manca, se ne possono dare due da 15 giorni. La responsabilità professionale? Anche quella ha il suo peso, ma va considerato che le farmacie sono favorevoli alla disposizione: con le forti carenze di personale che devono sopportare, lo sconfezionamento semplifica e riduce gli accessi». Dopo il via libera del governo, il disegno di legge passa ora all’esame del Parlamento.