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Case della Salute, da Crea Sanità dati che “chiamano” la farmacia dei servizi

17 Luglio 2020

Più del 35% delle Case della Salute effettua esami di ecocardiografia; il 55% propone l’ecografia, il 56% l’ecg, quasi il 35% la spirometria. E nel 95% è presente l’ambulatorio infermieristico. Arrivano dati particolarmente utili per misurare spazi e potenzialità della farmacia dei servizi dall’Indagine realizzata dal Crea Sanità – il Centro studi dell’università di Tor Vergata per la ricerca economica applicata – con l’obiettivo di “mappare” esperienze e modelli di queste strutture dell’assistenza territoriale. Condotta per Fp Cgil, la ricerca basa dati e analisi sulle risposte fornite dai responsabili di 121 Case della Salute (o poliambulatori assimilabili) distribuite in 10 Regioni (Abruzzo, Basilicata, Calabria, Emilia Romagna, Lazio, Marche, Molise, Puglia, Toscana e Veneto).

Le conclusioni cui giungono i ricercatori non fanno fare salti di gioia: pur con una certa variabilità da Regione a Regione e da modello a modello, si può tranquillamente affermare che ancora oggi le Case della Salute fanno fatica a presentarsi come «un polo di riferimento per la popolazione davvero alternativo all’ospedale». Pesa su tale giudizio, scrive il Crea, la «ridotta disponibilità di servizi in orari serali e nei prefestivi, che diventa praticamente nulla la domenica».

Soltanto il 10% delle Case della Salute “censite”, rivela in particolare l’indagine, pratica orario h24 e appena il 22% è aperta sette giorni su sette (la maggior parte, il 41%, fa sei giorni, il 36% è accessibile dal lunedì al venerdì). Stesso discorso per i servizi: solo il 28% delle Case della Salute offre l’ecocardiografia per più di 24 ore settimanali, il 36,8% propone la spirometria, il 30,6% l’ecografia. Il sabato, è possibile sottoporsi a ecg soltanto nel 12,4% delle strutture, a ecocardiografia nel 5,8% delle Case della Salute.

Anche l’offerta di cure appare lacunosa: «pur registrandosi una diffusa presenza di ambulatori infermieristici e di medicina generale (e pediatria di libera scelta)» osserva il Crea «una parte rilevante di strutture dispone di personale limitato; la correlazione tra dimensione degli ambulatori e popolazione di riferimento è bassa e lascia intravedere un’insufficiente programmazione dell’integrazione multi-professionale». In altre parole, medici e infermieri sono spesso insufficienti e non sembra esserci grande sforzo per costruire team integrati e ben strutturati. La farmacia dei servizi cerchi le sue opportunità.