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Split: escludere il ricircolo, oppure pulizia settimanale e frequente ricambio d’aria

27 Maggio 2020

Le farmacie fornite di impianto di condizionamento modello “split”, cioè con unità esterna e diffusori interni, sono obbligate a escludere la funzione di ricircolo dell’aria soltanto se «tecnicamente possibile». In caso contrario, «vanno rafforzate ulteriormente le misure per il ricambio d’aria naturale e in ogni caso va garantita la pulizia, a impianto fermo, dei filtri dell’aria di ricircolo». A scriverlo è l’aggiornamento delle Linee guida per la riapertura degli esercizi commerciali approvato il 22 maggio dalla Conferenza delle Regioni, che l’ha già trasmesso al Governo per il recepimento.

Come riferisce anche Federfarma in una circolare diffusa ieri, l’aggiornamento ha il pregio di alleviare le incombenze a carico dei commercianti (e dei farmacisti titolari) per la sicurezza degli impianti di condizionamento. Nella prima versione delle Linee guida (approvata il 16 maggio e recepita nel dpcm emanato dalla presidenza del Consiglio dei ministri il giorno dopo) l’obbligo di escludere il ricircolo dell’aria era categorico e non contemplava alternative: per le farmacie dotate di condizionatori split, che si limitano a raffreddare l’aria degli ambienti interni senza prelevarne dall’esterno, ciò avrebbe comportato lo spegnimento degli apparecchi e quindi – con l’arrivo del caldo estivo – condizioni di lavoro insostenibili. Nessun problema, invece, per gli esercizi forniti di impianti “monozona” (per la climatizzazione di un unico locale di grandi dimensioni, come un supermercato) che consentono di chiudere il ricircolo, o di impianti ad aria primaria (per uffici e ambienti più contenuti, detti anche Vmc, a ventilazione meccanica controllata), che dispongono di un sistema di trattamento per l’immissione di aria esterna.

Anche se le Linee guida “salvano” gli split, restano comunque da assicurare con la dovuta regolarità una serie di interventi per la manutenzione dei condizionatori. Sul tema le Linee guida rimandano al documento 5/2020 dell’Istituto superiore di sanità, che a proposito di tali impianti raccomanda la pulizia dei filtri del ricircolo ogni quattro settimane se nel locale è presente una sola persona (sempre la stessa) oppure tutte le settimane negli altri casi (per esempio i diffusori installati nell’area commerciale).

Per quanto concerne il ricambio dell’aria interna/esterna come alternativa allo spegnimento del ricircolo, il consiglio dell’Istituto superiore di sanità è quello di programmare l’apertura periodica di finestre o porte tenendo conto «del numero di lavoratori presenti, del tipo di attività svolta e della durata della permanenza negli ambienti di lavoro». In ogni caso, «è preferibile aprire per pochi minuti più volte al giorno, piuttosto che una sola volta per tempi lunghi», anche perché in quest’ultimo caso aumentano i consumi dell’impianto di condizionamento.

Indicazioni utili in tema di condizionatori arrivano anche da Medical facts, il sito del virologo genovese Roberto Burioni. In un post dedicato espressamente al tema, il medico cita un caso di infezione da climatizzatore accaduto in un ristorante della città cinese di Wuhan, il primo epicentro della pandemia. Il sovraffollamento del locale e la presenza di split con ventilatori che funzionavano alla massima potenza (e quindi soffiavano l’aria a grande distanza) hanno favorito la diffusione del cosiddetto droplet in tutto l’ambiente. Di qui il consiglio di mantenere la ventilazione al numero minimo di giri e tenere postazioni di lavoro e aree frequentate distanti dai diffusori. Di solito, infatti, la velocità dell’aria è alta in prossimità dello split e decresce velocemente man mano che ci si allontana.