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Coronavirus, è stato di emergenza. I comunicati di Federfarma e Fofi

1 Febbraio 2020

«Sul nuovo coronavirus va dato un messaggio di assoluta serenità. Il Servizio sanitario nazionale è molto forte, abbiamo scelto fin dall’inizio di avere un livello di attenzione che è il più alto in Europa. Siamo l’unico Paese che ha interrotto i collegamenti con la Cina e l’Oms ha riconosciuto pubblicamente che l’Italia ha il più alto livello di vigilanza e di tutela delle persone». Lo ha detto il ministro della Salute, Roberto Speranza, annunciando la decisione assunta ieri dal Consiglio dei ministri di dichiarare lo stato di emergenza sanitaria per l’epidemia da coronavirus 2019-nCoV. «Alla luce della dichiarazione di emergenza internazionale ufficializzata poche ore fa dall’Oms» ha detto Speranza «abbiamo attivato gli strumenti normativi precauzionali previsti nel nostro Paese, come già avvenuto nel 2003 in occasione dell’infezione Sars».

In totale, ricorda il Ministero, nel mondo si contano al 30 gennaio 7.818 casi, dei quali 7.736 in Cina. E l’altro ieri sono stati confermati i primi due contagiati in Italia (la coppia di turisti cinesi attualmente ricoverata in regime di isolamento allo Spallanzani di Roma), che si aggiungono ai cinque in Francia, uno in Finlandia e quattro in Germania.

Intanto, in un comunicato diffuso ieri Federfarma riferisce che «le farmacie sono fortemente impegnate nel diffondere ai cittadini una corretta informazione sul coronavirus 2019-nCoV». Il sindacato, in particolare, sta inviando alle 18mila farmacie associate una locandina contenente indicazioni utili sui comportamenti igienico-sanitari da adottare per prevenire e contrastare la diffusione del virus. In questo modo, ricorda la Federazione, la farmacia conferma il proprio ruolo di presidio del Servizio sanitario nazionale anche nello stato di emergenza sanitaria dichiarato dal Consiglio dei ministri.

«L’uso delle mascherine» ricorda dal canto suo in una nota il presidente della Fofi, Andrea Mandelli «serve innanzitutto a evitare di contagiare gli altri, e in paesi come il Giappone è pratica corrente per chiunque abbia anche soltanto il raffreddore. Mai come quando si presenta una nuova malattia infettiva è fondamentale una corretta informazione, innanzitutto quella dei siti istituzionali e quella che viene dai professionisti della salute, e non il passa-parola non verificabile dei social media».