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Covid e misure di sicurezza, la Fip aggiorna le proprie linee guida

18 Luglio 2020

Le farmacie del territorio assicurano alla collettività un servizio pubblico essenziale, ossia dispensare medicinali e cure farmaceutiche. Garantire la continuità di tale servizio è essenziale, sia in circostanze normali sia in caso di crisi o emergenze come la pandemia da covid-19. E’ dunque fondamentale che i farmacisti adottino ogni misura utile a ridurre il rischio di contagio e quindi assicurare la continuità del servizio. E’ la premessa da cui parte l’ultimo aggiornamento rilasciato dalla Fip (la Federazione farmaceutica internazionale) alle linee guida su covid che la stessa organizzazione aveva pubblicato a marzo.

Tre i documenti approntati: il primo fornisce informazioni cliniche e linee guida per il trattamento; il secondo contiene indicazioni e orientamenti operativi alle farmacie del territorio e ospedaliere, il terzo è una raccolta di Faq, ossia domande e risposte più frequenti. I farmacisti titolari italiani troveranno di più immediato interesse la pubblicazione con le linee guida operative. Anche perché nel documento la Fip porta a esempio la loro esperienza. E’ il paragrafo dove la Federazione passa velocemente in rassegna gli interventi messi in campo da diversi Paesi durante l’emergenza pandemica: tra i vari casi, figura anche il servizio di recapito a domicilio dei farmaci organizzato da Federfarma con la Croce rossa, che la Fip cita accanto a un’analoga iniziativa delle farmacie spagnole.

Particolarmente dettagliato il capitolo in cui vengono fornite indicazioni e suggerimenti sulle misure preventive da adottare. «L’intero staff della farmacia» scrive la Federazione «dovrebbe essere addestrato non solo a cosa fare in caso di sospetta infezione da covid, ma anche ad adottare misure per prevenire l’infezione nel pubblico e nella farmacia stessa». In particolare, il consiglio è che la farmacia fornisca regolarmente al suo tema informazioni sul virus (sintomi, periodo di incubazione e modalità di trasmissione), dati epidemiologici sulle aree interessate, istruzioni sulle misure di prevenzione (disinfettanti, corretta igiene delle mani, uso dei dispositivi di protezione individuale), informazioni su come procedere in presenza di un caso sospetto, opuscoli informativi, diagrammi di flusso per l’intervento e siti web affidabili.

Opportuna, prosegue la Fip, anche l’adozione di misure per garantire la continuità del servizio: a seconda dei casi, si può suddividere il personale in turni separati (per esempio, una squadra al mattino e l’altra alla sera, oppure a giorni alterni) e riorganizzare l’area di lavoro per preservare le distanze.

Se esiste un caso confermato di COVID-19 tra il personale della farmacia, tutti i membri dello staff che hanno avuto stretti contatti con il collega infetto (nello stesso turno, ad esempio) dovrebbero essere seguiti come potenzialmente infetti e potrebbe essere necessario rimanere isolati per due settimane secondo le raccomandazioni locali sulla salute pubblica. Le operazioni della farmacia dovrebbero essere adattate se un membro del personale dovesse isolare, comprese le modifiche alla programmazione e all’orario di lavoro della farmacia.

Anche i contatti con i pazienti/clienti dovrebbero essere ridotti al minimo. Al riguardo, la Fip consiglia di contingentare gli ingressi (una delle prime misure adottate in Italia, peraltro), proporre dove possibile il recapito a domicilio, incentivare le ricette digitali, effettuare il servizio a battenti chiusi e affidarsi al teleconsulto. Tra le raccomandazioni, c’è anche quella di installare scudi in plexiglass ai banchi, tracciare chiaramente sul pavimento corsie e punti di sosta distanziati, dare istruzioni al personale perché indossi dispositivi di protezione adeguati se deve lasciare il banco e assistere il cliente.