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Domani caso Veneto all’esame del Tavolo carenze, ma c’è chi ridimensiona l’allarme

20 Febbraio 2018

E’ già stata al centro di uno scambio di dati tra Aifa e Regione Veneto, e sarà tra i punti all’esame della seduta di domani del Tavolo sulle carenze, la denuncia lanciata giovedì scorso da Federfarma Verona sul picco di irreperibilità registrato dalle farmacie della provincia scaligera nelle prime due settimane di febbraio. Quasi trecento, secondo una nota diffusa dal sindacato provinciale, le segnalazioni inviate dai titolari al servizio farmaceutico regionale e compilate come dispone il d.lgs 17/2014: numero delle richieste, nomi dei distributori risultati sprovvisti, eventuale irreperibilità presso l’azienda produttrice eccetera.

Tra i più gravati da carenze, prosegue la nota di Federfarma Verona, ci sarebbero farmaci d’impiego diffuso come il plasil, l’insulina o alcuni analgesici, poi antineoplastici diverse specialità per le patologie del sistema nervoso e cardiovascolare. «Nonostante tutti gli sforzi compiuti dai farmacisti negli ultimi otto anni, le ripetute denunce e le segnalazioni alle autorità competenti» è il commento della vicepresidente di Federfarma scaligera, Arianna Capri «il grave problema della mancanza di farmaci persiste non solo a Verona e nel Veneto, ma in tutto il territorio nazionale». «Sono circa sei anni che solleviamo la questione» rincara in un’intervista a Libero il presidente di Federfarma Verona, Marco Bacchini, che siede anche nel consiglio di presidenza di Federfarma nazionale «siamo vittime di questo sistema e ci facciamo in quattro per aiutare i nostri clienti».

Dati e segnalazioni verranno discussi domani al Tavolo sulle carenze, dove siedono Aifa, sigle della filiera e alcune Regioni, tra le quali proprio il Veneto. Intanto però, sempre dal Veneto, c’è chi ridimensiona l’allarme. «Siamo di fronte a irreperibilità momentanee che ciclicamente si riaffacciano da molto tempo» è il parere del presidente di Farmacieunite, Franco Gariboldi Muschietti. E la colpa non sarebbe delle esportazioni parallele, come invece sostiene Federfarma Verona: «Sono problemi che si verificano nel ciclo produttivo» riprende Muschietti «basta, per esempio, che un’azienda farmaceutica ne acquisti un’altra ed ecco che per cambiare il brand sulle confezioni si rallenta la produzione».

Non aiuta certo a far chiarezza, poi, l’approssimazione con cui spesso la stampa rivolta al grande pubblico tratta l’argomento. Nella stessa intervista di Libero al presidente Bacchini, per esempio, si buttano nel mucchio le carenze registrate nelle ultime settimane in Sardegna, che con il parallel trade non hanno nulla a che fare ma sono dovute a intoppi negli ordinativi delle Asl sui prodotti in dpc. «Colpa della solita burocrazia ottusa e miope» conferma a FPress il presidente di Federfarma regionale, Giorgio Congiu «comunque siamo ormai tornati alla quasi normalità grazie al ripristino delle scorte nel circuito della convenzionata. Registriamo ancora carenze su un 5-7% dei prodotti, ma ne stiamo uscendo». A domani per sapere qualcosa di più del Veneto.