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Dpc, Federfarma: negli accordi regionali rivalutare compensi ai distributori

23 Novembre 2023

Le rappresentanze territoriali di Federfarma dovrebbero «stabilire forme di coordinamento e concertazione preventiva a livello locale» con i referenti locali delle cooperative della distribuzione rappresentate da Federfarma Servizi, allo scopo di «favorire la conclusione di accordi per la dpc che siano di reciproca soddisfazione sotto il profilo economico-finanziario». È l’invito contenuto nella circolare che il sindacato nazionale titolari ha diffuso ieri per raccomandare un’ancor più stretta «collaborazione tra i livelli organizzativi delle due Associazioni».

La lettera, in particolare, richiama il Protocollo d’intesa siglato da Federfarma e Federfarma Servizi il 23 febbraio scorso, «con cui è stata posta in evidenza la necessità di rafforzare le sinergie tra Federfarma e Federfarma Servizi con l’obiettivo di valorizzare l’efficienza della rete distributiva a sostegno dell’attività delle farmacie». E ricorda anche «le condizioni di criticità» in cui attualmente versano le cooperative della distribuzione, nonché «le preoccupazioni per la sostenibilità economico-finanziaria del comparto, derivanti da un importante aumento dei costi operativi e di gestione».

Pertanto, suggerisce la circolare con eufemismo decisamente acrobatico, «non appare priva di pregio la possibile fissazione proporzionale, in quota percentuale, dei livelli di remunerazione della distribuzione intermedia rispetto ai costi del servizio riconosciuti dalle Amministrazioni regionali in sede di accordi territoriali con le articolazioni di Federfarma». In parole povere, le rappresentanze edi Federfarma sono invitate a valutare, negli accordi sulla dpc che si andranno a rinnovare, l’eventualità che ai distributori venga riconosciuta una remunerazione pressoché equivalente in terkini proporzionali al margine che i distributori stessi percepiscono per legge sul farmaco rimborsato, ossia il 3%. Ossia quella soglia minima che un mese fa circa Adf e Federfarma Servizi avevano chiesto al governo di confermare con un provvedimento legislativo specifico.