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Elezioni Federfarma, Farmacie Rurali d’Italia: i veri numeri del voto

16 Giugno 2020

Nella storia delle elezioni nazionali di Federfarma, non s’è mai registrato un numero tanto alto di schede bianche come quello uscito dal voto di giovedì scorso. Un numero che avrebbe dovuto indurre i vincitori a porsi qualche domanda, e invece dopo il conteggio delle preferenze è partito un autocelebrativo compiacimento che ha nascosto nel cassetto i problemi del sindacato. Questa la lettura “alternativa” della tele-consultazione elettorale dell’11 giugno proveniente da Farmacie Rurali d’Italia, che in un comunicato diffuso ieri definisce il voto «la tomba della democrazia».

«La non partecipazione di molti delegati» scrive l’associazione «la mancata presentazione dei programmi e le ricandidature di nomi già noti hanno dimostrato una volta di più che il sindacato non è rappresentativo di tutti e come una larga fetta della categoria non sia considerata».

I vertici della Federazione, prosegue la nota, hanno voluto andare al voto senza badare alle fratture esistenti nel sindacato, che sono poi emerse evidenti nel voto: i conteggi ufficiali riferiscono soltanto delle schede bianche, ricorda Farmacie Rurali d’Italia, «non s’è detto che il numero di coloro i quali non hanno partecipato al voto è quasi pari a quello delle schede vuote». Una presidenza più attenta, è il rimprovero dell’associazione, avrebbe dovuto comprendere che il non voto è espressione di totale sfiducia verso la rappresentanza e chi la riveste, un messaggio che è risultato particolarmente evidente nel voto del presidente del Sunifar.

«Auguriamo ai fedelissimi di questa presidenza le migliori sorti» conclude Farmacie Rurali d’Italia «non possiamo esimerci dal percorrere da oggi in poi una strada diversa, per coerenza intellettuale. Parliamo sia di rappresentanza che di contrattazioni per la salvaguardia politico-sindacale di una farmacia, rurale piuttosto che urbana, che evidentemente vediamo in maniera molto differente. La consapevolezza delle precarie disuguaglianze ormai vigenti sul territorio nazionale impone soluzioni alternative per le persone e non meno per le imprese».