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Elezioni nazionali, da Federfarma accelerazione improvvisa

19 Maggio 2020

Improvvisa accelerazione, in Federfarma, sulle elezioni per il rinnovo dei vertici nazionali: si punta a farle entro l’inizio dell’estate, nonostante covid e le restrizioni della fase 2 che, al momento, impediscono i viaggi fuori regione. Ci penserà la tecnologia, è il piano della Federazione, a rendere possibile il voto degli oltre 200 delegati dell’Assemblea nazionale. Fornisce indicazioni eloquenti la circolare che la Federazione ha diffuso venerdì scorso alle proprie rappresentanze territoriali, nella quale si ricorda l’articolo 73, comma 4, del Dpcm 18/2020: «Le associazioni private e le fondazioni che non abbiano regolamentato modalità di svolgimento delle sedute in videoconferenza, possono riunirsi secondo tali modalità, nel rispetto di criteri di trasparenza e tracciabilità previamente fissati, purché siano individuati sistemi che consentano di identificare con certezza i partecipanti nonché adeguata pubblicità delle sedute, ove previsto, secondo le modalità individuate da ciascun ente».

Per il sindacato, la disposizione cancella ogni dubbio: l’Assemblea nazionale può lavorare in modalità «videoconferenza» anche se lo Statuto non lo prevede; e non serve cercare l’assenso delle associazioni territoriali. E’ indispensabile, soltanto, che la piattaforma utilizzata per la riunione a distanza garantisca identificazione degli intervenuti, videocollegamento simultaneo tra tutti i partecipanti (perché si possano osservare reciprocamente), visione degli atti e dei documenti oggetto di votazione, discussione e voto in diretta, cioè nel corso del collegamento.

Fosse confermata l’accelerazione, vorrebbe dire che le associazioni territoriali della Federazione i cui direttivi hanno terminato il mandato triennale nel corso di questa primavera (ma non hanno potuto chiamare al voto gli associati per il lock down), dovrebbero organizzare le proprie elezioni entro le prossime tre settimane, in modalità sicuramente complesse per chi ha tanti iscritti.

Non sono casi isolati: una stima puramente indicativa basata sullo storico delle consultazioni precedenti, calcola in una trentina almeno le associazioni che a partire da questo febbraio avrebbero dovuto rinnovare gli organi direttivi ma non l’hanno potuto fare. In sostanza, quasi una Federfarma su tre deve andare alle urne entro metà giugno, oppure – se non ci riesce – presentarsi all’assemblea elettiva di Federfarma con un esecutivo e con delegati dal mandato ormai scaduto. Se sia lecito o no dipende dagli Statuti delle singole organizzazioni, in termini di “politically correct” dovrebbe essere dovere di un sindacato nazionale lasciare alle organizzazioni territoriali un tempo ragionevole perché procedano al rinnovo dei propri direttivi e, quindi, deleghino con pieno mandato i loro rappresentanti per votare per i vertici nazionali.

E’ vero che il mandato triennale dell’attuale consiglio di presidenza scade a fine mese (31 maggio), ma prima di pensare alle elezioni sarebbe il caso che la Federazione completasse altre incombenze rimaste in sospeso per covid. A partire innanzitutto dall’approvazione del bilancio consuntivo dell’ultimo anno. Una formalità che, sempre per le regole del “politically correct”, dovrebbe essere espletata dal consiglio di presidenza che ha autorizzato le spese effettuate nel 2019, non da chi gli subentrerà.