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Fans e covid-19, gli esperti si dividono sull’opportunità di sostituire

19 Marzo 2020

Al momento non è dimostrato scientificamente che l’impiego di ibuprofene aggrava le condizioni cliniche degli infetti da covid‑19. L’Agenzia europea dei medicinali, tuttavia, sta monitorando attentamente la situazione ed esaminerà tutte le informazioni disponibili sul tema. E’ quanto dichiara la stessa Ema in un comunicato diffuso ieri dopo che da alcuni giorni sono in circolazione voci su possibili correlazioni tra consumo di Fans e aggressività dei contagi da nuovo coronavirus.

Nel maggio dell’anno scorso, ricorda l’Agenzia «il Comitato per la sicurezza dell’Ema (Prac) aveva avviato una revisione di ibuprofene e ketoprofene a seguito di un sondaggio dell’Agenzia nazionale francese per la sicurezza dei medicinali (Ansm)». Tale indagine suggeriva che «varicella e altre infezioni batteriche potrebbero essere aggravate da questi farmaci», ma la revisione è ancora in corso. Tuttavia, prosegue l’Ema, già oggi le informazioni sul prodotto di molti Fans forniscono avvertenze sul rischio che i loro effetti anti-infiammatori possano coprire i sintomi di un’infezione in peggioramento. «Il Prac» conclude la nota «sta esaminando tutti i dati disponibili per verificare se sono necessarie ulteriori misure».

Nel suo comunicato, l’Ema attribuisce queste voci soprattutto al tam-tam dei social networks, ma l’indicazione è vera soltanto in parte. Ad attribuire ai Fans effetti “esacerbanti” sull’infezione da covid-19, infatti, era stato nei giorni scorsi anche il ministro della Salute francese, Olivier Véran, che aveva scoraggiato i francesi ad assumerli per proteggersi dal contagio.

Anche in Inghilterra si sono levati dubbi: in un messaggio inviato l’altro ieri (17 marzo) a tutto il personale clinico, Stephen Powis, direttore medico del Nhs, suggerisce che i pazienti positivi al nuovo coronavirus o che sospettano di esserne infetti utilizzino paracetamolo anziché Fans. Anche se, ha avvertito, al momento «non c’è letteratura sull’impatto degli anti-infiammatori non steroidei su covid-19»: si trova in giro «un po’ di letteratura» sulla possibilità che i Fans aggravino le complicanze da infezioni respiratorie acute, ma per Powis (come riferisce un articolo del Pharmaceutical Journal) le prove non sono «nel complesso conclusive».

Lo stesso consiglio è contenuto in una guida che il Nhs ha distribuito ai pazienti: anche se al momento non ci sono «prove evidenti» sugli effetti dell’ibuprofene nelle infezioni, le persone con covid-19 dovrebbero assumere paracetamolo per trattare i sintomi, a meno che il medico non l’abbia sconsigliato.

La questione, tuttavia, resta aperta: in un intervento alla Camera dei comuni Patrick Vallance, il principale consigliere scientifico del governo, ha dichiarato che «la cosa sensata da fare per il momento sarebbe quella di prendere paracetamolo o qualcos’altro». Per Gino Martini, capo scienziato della Royal pharmaceutical society, esistono invece soltanto prove «che suggeriscono che analgesici e Fans interagiscono con la risposta immunitaria; ma il meccanismo e il significato clinico di questa interazione non sono chiari e non forniscono giustificazioni per interrompere l’assunzione di questi medicinali».

E’ dello stesso avviso l’Ema: «attualmente» si legge nella nota di ieri «non c’è motivo per cui i pazienti che assumono ibuprofene interrompano il trattamento, in particolare i pazienti che assumono ibuprofene o altri Fans per patologie croniche». Gli assistiti che hanno domande da fare, prosegue l’Agenzia, «devono rivolgersi al proprio medico o farmacista», nel frattempo l’Ema – oltre a seguire la revisione in corso – sosterrà gli studi epidemiologici che indagano gli effetti dei Fans sulla prognosi della malattia per covid-19. «L’Agenzia sta contattando i suoi stakeholder ed è pronta a supportare attivamente tali ricrerche, che potrebbero essere utili per guidare eventuali raccomandazioni terapeutiche future».