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Farmaci esportati senza bollino, l’affaire anglo-italiano attira la Germania

12 Luglio 2019

Sta destando attenzione anche in Germania la vicenda delle confezioni italiane di neupro, vimpat e clexane giunte in Inghilterra tramite i canali del parallel trade e ritirate dal commercio perché prive del bollino adesivo del nostro Poligrafico di Stato. Il caso era esploso nei giorni scorsi in seguito a una segnalazione dell’Aifa indirizzata alla filiera italiana, che riprendeva l’alert diffuso il 27 giugno dalla Mhra, l’agenzia del farmaco britannica: le scatole ritirate erano commercializzate dall’importatore parallelo B&S Healthcare, che le aveva diffuse sul mercato britannico mantenendo la confezione originale italiana e sovraetichettandola con il proprio logo.

Per la rivista tedesca Daz.online, che cita tra le fonti l’articolo pubblicato ieri da FPress, il caso potrebbe sfociare in un nuovo scandalo della farmadistribuzione dopo quello che un anno fa aveva coinvolto il grossista tedesco Lunapharm. L’azienda è accusata di aver importato in Germania farmaci ad alto costo (oncologici) di provenienza illegale e non tracciata. L’ipotesi sulla quale sta lavorando la magistratura, in particolare, è che nei magazzini del distributore siano finiti lotti provenienti dalla Grecia (taccheggi nei magazzini degli ospedali da parte di personale corrotto) e dall’Italia (furti perpetrati dalla criminalità organizzata).

Lunapharm ha sempre respinto tutte le accuse, ma di recente un reportage della tv tedesca Ard ha rivelato l’esistenza di un rapporto interno della task force istituita dall’Ema per studiare il caso, che metterebbe l’azienda tedesca al centro di una complessa ragnatela di triangolazioni dove figurerebbe anche l’Italia (sotto, un’immagine del servizio).

 

Non resta che seguire gli sviluppi, intanto l’articolo di Daz.online sottolinea le falle del sistema di tracciatura europeo: entrato a regime nel febbraio scorso, ricorda la rivista, era stato progettato proprio per bloccare farmaci contraffatti o di dubbio provenienza; se non ha funzionato, è perché l’Italia ancora non ha adottato le nuove targhe europee, in virtù di una norma che l’esonera fino al 2025. L’ironia è che gode della stessa dispensa anche la Grecia, che come il nostro Paese è sospettata di essere il principale punto di partenza dei traffici di farmaci rubati. Qualcuno, a Bruxelles, si starà forse pentendo.