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Fatturato Ssn, Veneto ed Emilia dicono no. E all’orizzonte si profila “l’ombra” del Mef

3 Febbraio 2018

Dopo il “sì” della Calabria, dal fronte delle Regioni cominciano ad arrivano anche i primi “no” al parere con cui il ministero della Salute aveva detto la sua sulle modalità che andrebbero seguite nel computo del fatturato Ssn. E’ il caso, per esempio, dell’Emilia Romagna, che ieri ha chiuso cortesemente ma categoricamente la porta in faccia a Federfarma e alla sua richiesta di un rapido adeguamento alla linea ministeriale. «Una delibera del 2014» spiega a FPress il presidente di Federfarma Emilia Romagna, Achille Gallina Toschi «stabilisce che nel fatturato va inclusa l’integrativa e al momento la Regione non intende arretrare. Ne prendiamo atto, vorrà dire che cominceremo a valutare seriamente la possibilità di avviare un contenzioso».

Anche il Veneto ha risposto con un perentorio “per me è no”, in questo caso su sollecitazione di Farmacieunite: il parere del Ministero è un parere, ha detto seccamente il servizio farmaceutico della Regione, noi continuiamo come prima. E cioè a calcolare nel fatturato Ssn sia la dpc sia l’integrativa (ma va detto che in Veneto ci sono differenze da Asl ad Asl).

Voci ancora da confermare dicono che sul fronte del no dovrebbero essersi posizionate anche un altro paio di Regioni, mentre in altre ancora sarebbero in corso trattative tra assessorati e rappresentanze di Federfarma. Sull’intera questione, poi, pesa l’incognita rappresentata dal lavoro che sta portando avanti il coordinamento dei servizi farmaceutici regionali, ossia la mappatura delle normative che sul tema si sono date le varie amministrazioni. Secondo informazioni raccolte da FPress (di cui abbiamo riferito ieri) la ricognizione servirà agli assessori regionali della sanità per cercare la convergenza su una posizione comune, ma a quanto sembra sulla questione sarebbe anche stato richiesto un “controparere” al ministero delle Finanze. Se fosse, avrebbe una sua logica: la Manovra 2018 ha già innalzato le soglie di fatturato che consentono alle piccole farmacie e alle rurali sussidiate di accedere alle agevolazioni della 662/96, riducendo così il gettito proveniente dagli sconti Ssn; se ora il parere della Salute riduce ulteriormente i fatturati netti, le Regioni rischiano di trovarsi a fine anno con una spesa farmaceutica pubblica ben sopra il preventivato.