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Gdpr in vigore da oggi tra molte incertezze, alle pmi costerà 2 miliardi

25 Maggio 2018

Alle piccole e medie imprese l’applicazione del Gdpr costerà due miliardi di euro. E’ la stima di Confesercenti che piomba come un macigno sul primo giorno di applicazione del nuovo Regolamento sulla privacy, in vigore da oggi nonostante l’Italia non abbia ancora emanato il decreto legislativo che adegua le norme nazionali al nuovo impianto legislativo. «Il Gdpr» accusa l’associazione «è una stangata per i circa 4 milioni di Pmi italiane, costrette a sostenere costi aggiuntivi per adeguarsi a una norma burocratica la cui applicazione non porta alcun vantaggio effettivo ai cittadini». La stima sui costi, sottolinea poi Confesercenti, è al ribasso perché si basa su una valutazione che ipotizza un costo di circa 500 euro a impresa, «il minimo per l’istituzione e l’aggiornamento del registro dei dati personali e per la redazione della nota informativa». Il costo del Responsabile del trattamento dati (Dpo), può invece arrivare a 5 mila euro l’anno.

«E’ un conto troppo salato per una norma che avrebbe dovuto limitare gli eccessi dei giganti di internet e della telefonia» osserva Confesercenti «e invece riguarda da oggi quattro milioni di ditte individuali e piccole imprese». La richiesta che l’associazione rivolge al governo prossimo venturo, dunque, è quella di «una svolta, con un intervento da portare a termine con urgenza: l’esclusione dal Gdpr delle micro e piccole imprese che non usano dati personali a fini commerciali».

Intanto l’entrata in vigore del Regolamento europeo sembra imprimere un’accelerazione al decreto attuativo (che l’Italia ancora non ha approvato, assieme ad altri 18 Paesi europei: solo quattro gli adempienti). Ieri il Garante ha dato il via libera al testo, che nella stessa giornata ha cominciato l’esame nelle due commissioni speciali del Senato e della Camera, dove tra i vicepresidenti c’è Andrea Mandelli, presidente della Fofi. Secondo gli ultimi aggiornamenti, ai due gruppi di lavoro servirà un mese per arrivare al parere finale, nel quale verrà anche avviato un giro di consultazioni tra le categorie. Quindi, il testo tornerà al Governo per l’approvazione definitiva.

Nell’attesa l’incertezza regna sovrana: la maggior parte delle farmacie ha avviato le procedure di adeguamento soltanto negli ultimi giorni, con tour de force a volte estenuanti (e costosi). Numeri lusinghieri li ha raccolti la piattaforma di Promofarma, che ha ricevuto 5-6mila adesioni tra le farmacie associate. Quanto a controlli e sanzioni, prevale l’incertezza: alcuni giornali avvertono che i controlli saranno da subito severi, ma dalla Rete è spuntato nei giorni scorsi un provvedimento del Garante della privacy datato 28 febbraio, nel quale si afferma l’opportunità di differire l’applicazione del Gdpr «fino a sei mesi dall’entrata in vigore del decreto» di attuazione. Secondo quanto scrivono alcuni siti sarebbe lo stesso indirizzo adottato dagli altri paesi che ancora devono emanare le norme di adeguamento, come la Francia. Ma mancano conferme ufficiali, al momento.