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Impurità di Ndma anche nella ranitidina, l’Ema avvia una revisione

14 Settembre 2019

Dopo il valsartan, tocca ora alla ranitidina finire sotto la lente dell’Ema per presenza di impurità potenzialmente cancerogene. E’ di ieri infatti la notizia che – su espressa richiesta della Commissione Ue – l’Agenzia europea per i medicinali ha avviato una revisione dei farmaci a base di tale molecola, in seguito al ritrovamento in alcuni prodotti di tracce di N-nitrosodimetilammina (Ndma). L’Ndma, ricorda l’Ema in una nota, è classificato come «probabile cancerogeno umano» sulla base di studi sugli animali. È presente in alcuni alimenti e nelle riserve idriche, ma non si stimano effetti se ingerito in dosi particolarmente ridotte.

L’Ema, prosegue il comunicato, sta analizzando i dati raccolti nei test per valutare se i pazienti che usano ranitidina sono a rischio, e fornirà informazioni al riguardo non appena saranno disponibili. I medicinali contenenti ranitidina, come noto, sono ampiamente utilizzati per ridurre la produzione di acido gastrico in pazienti con patologie come bruciore di stomaco e ulcere allo stomaco. Sono disponibili in versioni con e senza obbligo di ricetta.

Nel 2018, Ndma e composti simili noti come nitrosammine sono stati trovati in una serie di medicinali per la pressione sanguigna noti come “sartani”, che hanno portato ad alcuni richiami e a una revisione dell’Ue, che ha fissato nuovi rigorosi requisiti di produzione per questi medicinali. L’Ema, conclude la nota, «continuerà a cooperare con le autorità nazionali e i partner internazionali per proteggere i pazienti e garantire l’adozione di misure efficaci per impedire la presenza di queste impurità nei medicinali».