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Indagine Fnopi-Tdm: il 66% degli italiani chiede l’infermiere nella farmacia dei servizi

8 Marzo 2018

Due italiani su tre – quasi il 66% – chiedono di poter trovare un infermiere nella farmacia dei servizi. E tre su cinque (il 78%) vorrebbero l’infermiere di comunità, da scegliere e consultare come si fa con il medico di famiglia. Sono due delle evidenze che emergono dall’indagine condotta su poco meno di 1.900 connazionali dall’Osservatorio civico sulla professione infermieristica, promosso da Cittadinanzattiva-Tribunale per i diritti del malato insieme alla Federazione nazionale degli ordini delle professioni infermieristiche. Presentati ieri a Roma al primo Congresso nazionale della Fnopi, i risultati dimostrano che gli infermieri godono di buona immagine tra gli italiani. Ma – dicono gli intervistati – sono pochi e fanno fatica a trovare il tempo per parlare con le persone, anche perché spesso sono occupati in attività che li allontanano dall’assistenza vera e propria.

Di qui le rivendicazioni lanciate dal palco del Congresso: «Servono più infermieri, in particolare nei servizi sanitari territoriali» ha detto Tonino Aceti, coordinatore nazionale del Tribunale per i diritti del malato di Cittadinanzattiva «ma soprattutto serve che anche le istituzioni riconoscano il contributo che la professione infermieristica può garantire all’innovazione organizzativa e quindi alla sostenibilità del Ssn». «Va aumentato rapidamente il rapporto medici-infermieri per accompagnare l’evoluzione dei bisogni e migliorare appropriatezza e sostenibilità del sistema» ha aggiunto Barbara Mangiacavalli, presidente della Fnopi «vanno quindi definiti target da raggiungere entro scadenze predeterminate. Attualmente il rapporto medici-infermieri è costante e negli ultimi sei anni si è mantenuto attorno a un quorum di 2,50, quando invece occorrerebbe accompagnare il sistema verso una minore densità medica».

Quanto agli italiani, il gradimento che esce dalla ricerca è netto: il campione riferisce di gentilezza e cortesia durante l’assistenza nell’88% dei casi, “empatia” e disponibilità all’ascolto emergono nel 72% degli interventi. L’80% degli infermieri, infine, avrebbe fornito secondo gli intervistati informazioni chiare e comprensibili prima di esami, terapie e trattamenti.