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Invio corrispettivi, Federfarma riscrive al Mef per esentare le farmacie

26 Giugno 2019

Si è già spenta la soddisfazione con cui Federfarma aveva accolto l’approvazione dell’emendamento al decreto Crescita che sembrava rinviare di sei mesi le sanzioni per l’invio telematico dei corrispettivi. Basta leggere la circolare in cui la Federazione dà conto dell’ennesima lettera inviata al ministero delle Finanze per chiedere l’esonero delle farmacie (con più di 400mila euro di fatturato) dall’obbligo dell’invio telematico, in vigore dal primo luglio. «Al Ministro» scrive Federfarma nella comunicazione agli associati «è stata rappresentata la situazione e le oggettive difficoltà per le farmacie di dotarsi dei Registratori telematici, a causa sia dei ritardi delle amministrazioni interessate, sia dell’insufficiente disponibilità di prodotti in commercio».

La proposta che quindi la Federazione inoltra al Mef, è quella di «autorizzare le farmacie, fino a quando la situazione di mercato non si normalizzi, a continuare a certificare i corrispettivi nella maniera attuale, mediante l’emissione dello scontrino fiscale, avvalendosi degli apparecchi misuratori fiscali in uso, con la memorizzazione nel giornale di fondo e fermi restando gli obblighi sostanziali di liquidazione e versamento dell’iva alle scadenze previste».

La lettera, alla quale ora il Ministero dovrebbe rispondere in quattro giorni, dimostra che ora Federfarma non fa più molto affidamento sulla moratoria del dl Crescita. Con ogni probabilità, è perché anche il sindacato si è convinto che i primi entusiasmi con cui aveva accolto il provvedimento erano in buona parte infondati: come aveva anticipato FPress e poi confermato diversi addetti ai lavori, quell’emendamento rinvia le sanzioni soltanto a chi effettua comunque l’invio telematico dei corrispettivi entro il mese successivo a quello dell’operazione, dunque entro agosto per i farmacisti che rispettano la scadenza del primo luglio. Per il «risultato importante», come i vertici di Federfarma avevano definito l’emendamento al dl crescita, occorre dunque attendere ancora. E intanto il sindacato prosegue la sua «interlocuzione civile, presente e costante con la parte pubblica», che – sempre secondo le parole della Federazione – aveva fatto guadagnare la moratoria dei sei mesi.