filiera

Legge di Bilancio, industrie deluse per assenza di interventi sui tetti

17 Dicembre 2019

Potrebbe trovare posto in uno dei primi provvedimenti legislativi in agenda all’inizio del nuovo anno il riequilibrio dei tetti sulla spesa farmaceutica Ssn. E’ l’impegno che il ministro della Salute, Roberto Speranza, avrebbe assunto nel corso dell’incontro avuto ieri con una delegazione di industriali, secondo quanto riferisce una nota di Assogenerici. «Si è parlato di una riforma della governance del settore di più ampio respiro» spiega il presidente dell’associazione, Enrique Häusermann (foto) «contraddistinta dalla flessibilità necessaria ad adattarsi ad una assistenza farmaceutica con caratteristiche del tutto diverse rispetto a dieci anni fa soltanto. In quest’ottica abbiamo ribadito al Ministro il ruolo che le aziende degli equivalenti e dei biosimilari possono giocare in tema di sostenibilità del Ssn solo a patto di un cambio di passo sulla governance».

Per i produttori, in sostanza, la Legge di Bilancio approvata ieri dal Senato lascia senza risposta le richieste delle aziende in materia di governo della spesa farmaceutica, prima tra tutte il riequilibrio dei tetti (ossia abbassare la convenzionata e alzare gli acquisti diretti). «La mancata rimodulazione» prosegue Häusermann «rappresenta un’ennesima delusione per le aziende del comparto. Tuttavia abbiamo fiducia sulle soluzioni tratteggiate nel corso dell’incontro con il Ministro».

Considerazioni analoghe anche da Farmindustria, che in un comunicato commenta positivamente le disposizioni della Manovra sul finanziamento del Ssn (due miliardi in più nel 2020) ma esprime delusione per l’assenza di interventi sui tetti della farmaceutica. «Il permanere degli attuali tetti» si legge «rende di fatto indisponibile circa un miliardo di euro degli stanziamenti fissati per legge, già inferiori di circa il 25% rispetto alla spesa negli altri Paesi europei».

Lo stesso ministro Speranza, continua Farmindustria, ha riconosciuto in questi giorni la necessità di una correzione, linea già espressa dalle Regioni con l’Accordo sul payback del febbraio scorso, sottoscritto assieme a Farmindustria e Assogenerici. «Le scelte effettuate» conclude l’associazione «renderanno difficile attrarre e addirittura mantenere gli investimenti in Italia, in un contesto mondiale sempre più competitivo, con una perdita della credibilità del sistema Paese».