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Nel dl sul potenziamento del Ssn novità in materia di ossigenoterapia

10 Marzo 2020

In arrivo nuove regole per la fornitura dell’ossigeno terapeutico e la ricarica dei dispositivi portatili. Le detterà un decreto che il ministero della Salute dovrà adottare entro il 31 luglio «di concerto con il ministro dell’Economia e delle finanze, sentite Federfarma e Assofarm e d’intesa con la Conferenza Stato-Regioni». E’ una delle novità contenute nel decreto legge per il potenziamento del Ssn approvato venerdì dal Consiglio dei ministri: come già anticipato, il testo dà disposizioni per l’arruolamento di medici e personale sanitario, l’assunzione di specializzandi e l’affidamento di incarichi di lavoro autonomo e a tempo determinato nel Ssn, nonché il richiamo di medici e infermieri in pensione, il reclutamento di medici di medicina generale e pediatri, l’incremento delle ore di specialistica ambulatoriale.

Tra le altre misure, la sospensione dei ricoveri e delle attività ambulatoriali differibili e non urgenti, incluse le prestazioni in intramoenia, e l’esclusione del personale impegnato nell’emergenza sanitaria dalle disposizioni sui limiti massimi di orario di lavoro, contenute nei contratti nazionali.

Inaspettate, invece, le norme che all’articolo 10 affidano al ministero della Salute il compito di emanare entro il 31 luglio un provvedimento che definisca «le modalità per la fornitura di ossigeno e la ricarica dei presidi portatili per l’ossigenoterapia». L’approvvigionamento, specifica il decreto, potrà avvenire «attraverso le strutture sanitarie individuate dalle Regioni oppure, in via sperimentale fino al 2022, mediante la rete delle farmacie dei servizi». In attesa del decreto ministeriale e «in ragione dell’emergenza covid-19», inoltre, il dicastero della salute può anticipare le disposizioni mediante «ordinanza ai sensi dell’articolo 32, comma 1, della legge 833/78».

All’origine della disposizione ci sono le preoccupazioni legate alle prime dimissioni di pazienti colpiti da coronavirus: si tratta di persone rimandate a casa perché non hanno più bisogno di terapia intensiva (mentre c’è un forte bisogno di posti letto) ma necessitano di ossigenoterapia domiciliare e dunque servono forniture tempestive e continue. Nel lodigiano, dove è stata istituita la prima zona rossa dallo scoppio dell’epidemia, il problema è già sentito. «Sempre più malati stanno tornando a casa» conferma Dario Castelli, referente di Federfarma Milano per la provincia di Lodi «e quando rientrano hanno bisogno di ossigeno. Finora farmacie e servizio sanitario hanno retto bene e non si sono verificati disagi, ma con il passare del tempo il numero dei deospedalizzati crescerà ancora e dovremo tenerci pronti». A tale scopo, Federfarma Milano aveva inviato nei giorni scorsi segnalazioni ad Assogastecnici, l’associazione che rappresenta i produttori di ossigeno, e alle principali aziende fornitrici, perché si preparassero per tempo.