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Ricetta digitale veterinaria, no rinvii ma obbligo solo quando ci sarà il decreto

3 Gennaio 2019

Nei Ministeri e negli uffici regionali la parola rinvio non la vuole usare nessuno ma la sostanza è quella: l’obbligo della ricetta elettronica veterinaria non è scattato con l’arrivo del primo gennaio, come prescritto quest’autunno dal decreto Milleproroghe, ma diventerà effettivo soltanto con la pubblicazione del decreto attuativo, già approntato dal dicastero della Salute. L’ultima conferma della “dilazione” arriva dalla mail che l’Unità organizzativa veterinaria della Regione Lombardia ha inviato il 31 dicembre a Federfarma e all’Ordine dei farmacisti di Milano: «La data di avvio dell’utilizzo della ricetta elettronica veterinaria non ha subito modifiche» si legge nella lettera «l’obbligatorietà entrerà in vigore non appena pubblicato in Gazzetta ufficiale il decreto ministeriale già disponibile in bozza nel sito del Ministero».

Il senso è chiaro: la partenza della “rev” resta formalmente fissata al primo gennaio, ma di fatto diventerà obbligatoria soltanto con l’ufficializzazione del provvedimento attuativo. Quando? Al momento mancano informazioni: prima di Natale il sindacato titolari si era rivolto al Ministero – assieme alle sigle dei medici veterinari – per chiedere chiarimenti su percorso e scadenze, ma dalla Salute non sono ancora arrivati riscontri. In ogni caso, la Federazione avanza l’ipotesi che «il ritardo della pubblicazione in Gazzetta ufficiale del decreto attuativo potrebbe non dipendere soltanto da ritardi nei passaggi burocratici (firma del Ministro, controllo in Corte dei Conti, pubblicazione in Gazzetta Ufficiale), ma piuttosto dall’intenzione di disporre di più tempo per risolvere le criticità ancora esistenti e semplificare alcuni passaggi», come alcuni funzionari del Ministero avevano riferito il 19 dicembre intervenendo a un convegno a Roma. «In altre parole» conclude Federfarma nazionale «il Ministero sembrerebbe essersi reso conto che il sistema, ideato e messo a punto dall’Istituto zooprofilattico sperimentale di Teramo, non reggerebbe oggi alla fase a regime». Non resta che attendere gli sviluppi.