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Nuova remunerazione, Gizzi: occasione persa, ora regia in mano ad altri

8 Gennaio 2019

Un’occasione persa, che manda in fumo tutto il lavoro fatto finora dalle farmacie pubbliche per essere parte attiva nella riforma della remunerazione. C’è delusione nelle parole con cui Venanzio Gizzi, presidente di Assofarm, dice la sua sulla mancata proroga della scadenza entro la quale Aifa e filiera del farmaco avrebbero dovuto raggiungere un’intesa sul nuovo modello, secondo le linee guida fissate dalla legge 135/2012.

Presidente, la scadenza del primo gennaio è ormai alle spalle e ora la riforma della remunerazione non è più nelle mani delle farmacie ma in quelle di Governo e Regioni. Siete preoccupati?
Certo. Per noi la riforma è una priorità: non si può pensare di riportare tutti i farmaci in farmacia se non si cambia la remunerazione, pensare di farlo con la dpc è un errore, l’obiettivo si raggiunge soltanto con un intervento strutturale sul sistema. Fino al primo gennaio avremmo avuto noi e Aifa la regia dell’operazione, con la possibilità di negoziare un’intesa.

Come mai non è stato compiuto un serio tentativo per cercare di ottenere un nuovo posticipo, nel Milleproroghe o nella Legge di Bilancio…
Nelle riunioni con Federfarma abbiamo notato che l’ipotesi di un ulteriore rinvio non suscitava particolare entusiasmo. Di fatto, poi, siamo stati distratti dalla trattativa con la Sisac sul rinnovo della convenzione.

Però la remunerazione doveva essere discussa con l’Aifa, su un tavolo separato anche se parallelo…
Un errore. Sarebbe stato meglio trattare tutto a un unico tavolo.

Eppure a giugno eravate riusciti a convincere l’Agenzia a riaprire il tavolo di trattativa, anche se poi il ministero della Salute ha bloccato tutto…
Sì ma anche in quel caso, una volta intervenuto il dicastero, non ho più visto in Federfarma grandi entusiasmi: nessuno si è sforzato in modo particolare per tentare di far riaprire comunque il confronto.

E’ noto che la riforma della remunerazione è tema che divide, all’interno così come all’esterno del consiglio di presidenza: non tutte le unioni regionali ne condividono la necessità…
Come ho detto, siamo convinti che questa sia l’unica strada percorribile per riportare in farmacia tutti i medicinali. La dpc non è la risposta.