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Nuova remunerazione: scaduti i termini, decidono Ministero e Regioni

4 Gennaio 2019

E ora la nuova remunerazione di farmacie e grossisti rischia di essere scritta da Regioni e ministero della Salute anziché da Aifa e sigle della filiera. Alla mezzanotte del primo gennaio, infatti, è scaduta l’ultima delle proroghe concesse all’articolo 15, comma 2, della legge 135/2012, che definiva percorso e scadenze della riforma. Il testo, come si ricorderà, incaricava Aifa e «associazioni della filiera distributiva del farmaco maggiormente rappresentative» di pattuire una nuova remunerazione mista, quota fissa più margine, che sarebbe entrata in vigore dall’inizio dell’anno successivo.

La 135/2012 fissava come termine per il passaggio al nuovo modello il primo gennaio 2013, ma l’accordo che Aifa e filiera siglarono a ottobre venne respinto a dicembre dal ministero delle Finanze. E così, nel decreto Milleproroghe del mese successivo il Governo (Monti) e Federfarma concordarono il rinvio della scadenza di un anno. Seguirono altri posticipi, l’ultimo dei quali con la Manovra per il 2018 (legge 205/2017), che all’articolo 1 comma 1141b rimandava la scadenza al primo gennaio 2019. Di qui in avanti è cronaca recente: a fine giugno l’Aifa convoca le sigle della filiera per riaprire il tavolo sulla remunerazione; pochi giorni dopo il ministero della Salute ferma tutto; a settembre il Governo giallo-verde emana un nuovo decreto Milleproroghe nel quale però non compaiono ulteriori rinvii.

E così, ora che il primo gennaio è passato la riforma della remunerazione rischia di imboccare altri percorsi. L’articolo 15 della 135/2012, infatti, affermava che «in caso di mancato accordo entro i termini», alla nuova remunerazione «si provvede con decreto del ministro della Salute, di concerto con il ministro dell’Economia e delle finanze, previa intesa in sede di Conferenza permanente Stato-Regioni e sentite le Commissioni parlamentari competenti». In soldoni, la concertazione tra Aifa e filiera è definitivamente abortita e la palla passa ora a Governo e Regioni, che potranno procedere anche senza ascoltare la voce delle farmacie. Una complicazione per la presidenza di Federfarma, che aveva posto la nuova remunerazione tra le priorità del proprio programma.

Il passaggio di mano, poi, avviene in un momento particolarmente delicato. Tra breve, infatti, Governo e Regioni dovranno cominciare a trattare sul rinnovo del Patto per la Salute così come sulla nuova governance del farmaco, dalla quale il ministro Grillo conta di ricavare risparmi di spesa consistenti. C’è allora il rischio che la riforma della remunerazione possa finire nel calderone degli interventi sulla farmaceutica da trattare al tavolo della Stato-Regioni. Per evitarlo, la filiera potrebbe tentare di convincere la politica a emanare un nuovo provvedimento legislativo che rinnovi il mandato all’Aifa per negoziare con le sigle del comparto. Ma non sarà facile.