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Rurali, divide la proposta Sunifar per la revisione dell’indennità di residenza

16 Maggio 2018

Verrà sottoposta al voto dell’assemblea del Sunifar in programma a fine mese la proposta della Commissione ruralità per la revisione dei meccanismi con cui le farmacie rurali accedono all’indennità di residenza. Approvato mercoledì 9 maggio dal consiglio di presidenza di Federfarma e anticipato nelle linee generali al Consiglio delle Regioni del giorno dopo, lo schema si basa su un sistema di punteggi cui contribuiscono quattro differenti indicatori: il numero di abitanti del comune in cui opera la farmacia, il fatturato di riferimento, la distanza dall’ospedale più vicino e i turni effettuati in un anno. «Con questa proposta» spiega a FPress la presidente del Sunifar, Silvia Pagliacci «rispondiamo alla richiesta di una revisione del criterio di ruralità che le Regioni avevano formulato nell’Atto d’indirizzo per la nuova Convenzione. Ma l’obiettivo è anche quello di uniformare entità e regole di accesso delle indennità regionali».

In effetti il panorama risulta oggi quanto mai frastagliato: alcune Regioni si limitano a erogare quanto previsto dalla legge 221/68 (come la Campania), quelle invece che integrano con propri stanziamenti prendono a riferimento gli abitanti (come Calabria, Lazio, Lombardia, Piemonte, Puglia), gli abitanti e il giro d’affari ai fini iva (Abruzzo, Basilicata, Molise, Sardegna) o ancora un insieme di parametri che comprende fatturato ai fini iva e giorni di apertura (Toscana ed Emilia Romagna). «Puntiamo a fare in modo che ci siano regole e indennità uniformi in tutte le Regioni» prosegue Pagliacci «ma senza che nessun titolare ci perda: la revisione dei meccanismi potrà essere soltanto migliorativa»:

Una volta ratificata dall’assemblea di fine mese, la proposta verrà portata al tavolo della Sisac per essere discussa con la parte pubblica. Nel frattempo, le rappresentanze regionali del Sunifar potranno mettere alla prova lo schema con le proprie farmacie per valutarne gli effetti. «Noi abbiamo già fatto diverse simulazioni e i risultati sono congrui» osserva Pagliacci «ovviamente è opportuno mantenere attorno alla proposta il dovuto riserbo per non dare alla Sisac inopportuni vantaggi quando andremo a negoziare».

Intanto però le anticipazioni fornite in Consiglio delle Regioni non hanno convinto tutti. «E’ stato detto molto poco e si fa fatica a comprendere la logica dello schema» osserva Alfredo Orlandi, segretario di Federfarma Abruzzo «per esempio, che cosa significa fatturato di riferimento? E distanza dall’ospedale?». Ma i dubbi si concentrano soprattutto sull’impostazione della proposta: «Abitanti e fatturato sono già utilizzati quasi dappertutto come riferimento per l’erogazione dell’indennità, c’è il forte rischio che lo schema da un lato incida poco sulla realtà attuale e dall’altro dia alle Regioni mano libera per rideterminare l’indennità come meglio credono. Le rappresentanze regionali che finora non sono riuscite a imporsi nella negoziazione, rischiano di essere asfaltate dalla parte pubblica». Mediana la posizione del Sunifar lombardo: «Nei prossimi giorni valuteremo la proposta declinandola sulla nostra realtà regionale» spiega a FPress Clara Mottinelli, rappresentante rurale di Federfarma Lombardia «una volta analizzati i risultati decideremo se sostenere la proposta oppure chiedere ulteriori approfondimenti».