filiera

Vaccini, da Bonaccini e Sileri vaghe aperture su forniture alle farmacie

1 Ottobre 2020

Anche gli altri governi regionali dovrebbero fare come l’Emilia Romagna, che ha deciso di “rigirare” alle farmacie del territorio – per l’acquisto in regime privato da parte di chi non appartiene alle categorie protette – il 3% dei vaccini antinfluenzali acquistati per le Asl. Lo ha detto Stefano Bonaccini, presidente dell’Emilia Romagna e della Conferenza delle Regioni, intervenendo ieri sera a Porta a Porta, il programma di RaiUno condotto da Bruno Vespa. «Questa è la considerazione che stiamo facendo in Conferenza delle Regioni» ha spiegato «e se il Governo spinge ancora di più daremo una mano perché è giusto vaccinarsi».

L’apertura di Bonaccini, tutta da verificare, significherebbe per le farmacie italiane una fornitura raddoppiata rispetto all’accordo Stato-Regioni del 14 settembre, da 250 a 500mila dosi, ossia da 13 a 26 vaccini per presidio. Sempre troppo poco rispetto alle richieste fatte da Federfarma nelle settimane scorse: nella campagna precedente, ha ripetuto più volte il sindacato, le farmacie hanno distribuito oltre 800mila vaccini antinfluenzali e quest’anno ne servono più di un milione.

Anche dal Governo, intanto, arrivano promesse che non costano nulla: «Le dosi di vaccino ordinate quest’anno sono quasi due volte quelle dello scorso anno» ha detto in trasmissione Pierpaolo Sileri, viceministro alla Salute «va considerato però che l’adesione finale da parte degli italiani è estremamente bassa, di solito gli anziani che si vaccinano sono poco più del 50%. Quindi si potrebbe riservare una quota, che già possiamo stimare, e darla alle farmacie per la vaccinazione in regime non rimborsato».

Tra gli ospiti il presidente nazionale di Federfarma, Marco Cossolo, che ha ricordato di avere segnalato al ministero della Salute già a luglio l’inadeguatezza della produzione nazionale a fronte del massiccio incremento di richieste da parte delle Regioni. «Quanto al vaccino anti-covid che verrà» ha aggiunto in risposta a una domanda di Vespa «le farmacie sono pronte a distribuirlo in dpc per assicurare massima accessibilità alla popolazione».

Sul tema vaccini, infine, da segnalare l’intervento di Assofarm, che ieri in una nota ha espresso preoccupazione per il rischio che la sovrabbondanza di vaccini antinfluenzali nelle regioni ingolfi la rete dei servizi sanitari. «Le dosi attualmente disponibili» osserva il segretario generale, Francesco Schito «sono certamente pochi, ma paradossalmente rischiano di essere troppi per la capacità somministrativa dei medici di medicina generale, che rischiano di non avere il tempo necessario per tutti i loro pazienti delle fasce non coperte». Si tratta di un rischio, aggiunge il presidente di Assofarm, Venanzio Gizzi «che non possiamo permetterci e che sarebbe stato facilmente evitabile se avessimo adottato sistemi di somministrazione più pratici e comunque sicuri».