filiera

Vaccini, in Veneto la Regione propone lo stesso compenso del Lazio

17 Ottobre 2020

Polemica a distanza tra sindacati, in Veneto, sulle dosi di vaccino antinfluenzale che la Regione farà avere alle farmacie del territorio per la dispensazione in regime privato. Un paio di settimane fa, Federfarma aveva dichiarato in una nota che la fornitura sarebbe ammontata a 68mila unità, divise in due tranche. Ieri invece, in un altro comunicato, FarmacieUnite dà numeri nettamente inferiori: «A quanto pare le farmacie del Veneto riceveranno soltanto 30mila dosi, in media venti a esercizio» spiega il presidente, Franco Gariboldi Muschietti «la Regione ci ha fatto capire che non ci saranno ulteriori forniture salvo a fine campagna, quando diventerà chiaro se dalla vaccinazione delle fasce a rischio sono avanzate delle dosi. Ma a quel punto sarà tardi per dispensarle alla popolazione attiva».

Delude FarmacieUnite anche il compenso messo sul tavolo dalla Regione per la distribuzione in modalità dpc: «Ci è stato proposto lo stesso compenso pattuito in Lazio, ovvero 3,24 euro a dose dispensata». Per Gariboldi Muschietti si tratta di una cifra che non riesce neanche a coprire i costi sostenuti dalle farmacie, tra operatività delle piattaforme, fatture elettroniche e quant’altro. Di qui, allora, la controproposta di FarmacieUnite perché i farmacisti distribuiscano gratuitamente le venti dosi di vaccino spettanti a ciascuno, come servizio sociale.

«A una valutazione superficiale l’idea potrebbe apparire antisindacale» conclude Gariboldi Muschietti «ritengo però che vada dato un segnale: le farmacie non sono più disposte a farsi svilire per poi essere invocate soltanto quando c’è un’emergenza. La campagna vaccinale sarebbe stata un’ottima occasione – per la parte pubblica – per riconoscere il valore della farmacia, che non vuole più collaborare a senso unico».