Il paziente eviti di valutare se un farmaco scaduto è ancora utilizzabile in base all’odore, al colore o a mutamenti della consistenza: i medicinali che hanno superato il periodo di validità vanno sempre buttati via. E’ quanto ricorda l’Aifa in una comunicazione pubblicata sull’area pubblica del proprio portale: la data di scadenza stampata sulle confezioni dei farmaci, scrive l’Agenzia, non viene decisa in base a «considerazioni arbitrarie o a logiche di tipo commerciale, ma scaturisce da evidenze scientifiche». In particolare, il periodo di validità di un medicinale discende dalle «valutazione compiute dagli esperti dell’Agenzia sui valori derivanti dagli studi. Stesso discorso vale anche per le condizioni di conservazione autorizzate, che sono solo quelle per le quali esistono elementi a supporto».
Meglio, dunque, che il paziente osservi la scadenza del farmaco e si astenga da valutazioni empiriche personali. «Con il passare del tempo» continua l’Aifa «si può verificare una degradazione del principio attivo, che oltre a inficiarne l’efficacia può comportare rischi in termini di sicurezza. La degradazione del principio attivo o degli eccipienti contenuti nel medicinale potrebbe mettere a serio rischio la vita del paziente, per esempio per una reazione allergica fatale causata dalle impurezze».
Per lo stesso motivo, prosegue la comunicazione, «la corretta conservazione dei medicinali serve a mantenerne inalterate le caratteristiche farmacologiche e terapeutiche per tutto il periodo di validità, in quanto ne garantisce la stabilità, requisito essenziale perché possano esplicare a pieno l’attività terapeutica attesa». È bene dunque conservare i farmaci in un luogo fresco e asciutto della casa (non nel bagno), lontano da fonti di calore e nelle confezioni originali etichettate. «È sempre di fondamentale importanza seguire le informazioni sulla conservazione riportate nel foglio illustrativo di ciascun medicinale».
