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Rinvio per il ricorso di Federfarma sulla delibera che defalca gli equivalenti

4 Novembre 2021

Bisognerà attendere fino a marzo per capire le probabilità di successo del ricorso presentato da Federfarma nazionale contro la determinazione dell’Aifa del 10 febbraio scorso che aggiornava i criteri per l’inserimento dei farmaci equivalenti nella lista di trasparenza, l’elenco che definisce i prezzi di rimborso dei cosiddetti off patent. Il sindacato titolari aveva impugnato davanti al Tar Lazio la disposizione dettata dall’articolo 5, comma 4, della determinazione, ma nell’ordinanza del 28 ottobre i giudici amministrativi hanno rinviato l’esame di merito al 29 marzo 2022, considerata la necessità «di acquisire dall’Aifa tutti gli atti istruttori redatti dalle competenti strutture dell’Agenzia e sulla base dei quali è stata adottata la delibera impugnata».

Ma perché Federfarma ha presentato ricorso contro un singolo comma della determinazione? Il passaggio contestato stabilisce che «nel caso in cui all’interno di uno dei gruppi che compongono la lista di equivalenza non si rilevi un differenziale di prezzo tra i medicinali del gruppo stesso e il prezzo di riferimento, questo è rimosso d’ufficio dalla lista di trasparenza e il medicinale viene rimborsato integralmente dal Servizio sanitario nazionale». In altri termini, gli equivalenti di uno stesso gruppo che hanno tutti il prezzo allineato alla quota di rimborso, escono dalla lista di trasparenza e vengono rimborsati alla stregua di tutti gli altri farmaci della convenzionata.

Gli effetti di questa disposizione sono parsi immediatamente evidenti quando l’Aifa, una settimana dopo (cioè il 17 febbraio) ha emanato la lista di trasparenza rivista in base ai nuovi criteri: rispetto alla versione subito precedente, datata 15 gennaio, si contano circa 540 referenze (sulle oltre seimila in elenco) e una sessantina di gruppi in meno.

Lo sfoltimento non è a costo zero per le farmacie del territorio: come detto, infatti, i farmaci defalcati dalle liste rimangono nel prontuario generale della convenzionata e sono rimborsati dal Ssn secondo il regime ordinario; quindi sparisce lo sconto dell’8% che il decreto Abruzzo del 2009 riservava alla libera contrattazione tra farmacie e grossisti.

Non solo: a rigor di logica, la disposizione dovrebbe avere ricadute anche sulla remunerazione aggiuntiva delle farmacie, per la quale il 29 ottobre scorso è uscito in Gazzetta ufficiale il decreto attuativo del ministero della Salute. Il sistema messo a punto da Federfarma, infatti, prevede una quota premiale di 0,12 euro a confezione dispensata sui «farmaci a brevetto scaduto presenti all’interno della lista di trasparenza con prezzo pari a quello di riferimento». Con la determinazione dell’Aifa del 10 febbraio scorso, la “platea” dei medicinali sui quali si applica tale quota è stata defalcata di circa il 10% e rischia in futuro altri rimaneggiamenti, dato che i nuovi criteri rimangono stabilmente in vigore.