dalle regioni

Emilia R., fa arrabbiare il dietrofront della Regione sul recapito della diretta

20 Marzo 2020

Farmacie del territorio adirate, in Emilia Romagna, per la circolare del 16 marzo scorso con cui la Regione detta nuove regole in materia di distribuzione diretta dei farmaci con l’obiettivo di agevolare il recapito a domicilio e ridurre così contatti e possibili contagi. La lettera segue di tre giorni un’altra circolare – sempre del servizio farmaceutico regionale – che aveva inizialmente accolto la proposta delle farmacie private e pubbliche di farsi carico (a titolo gratuito) della distribuzione dei farmaci della diretta, in modo da evitare agli assistiti code agli sportelli di ospedali e distretti.

La repentina retromarcia, è l’accusa di molti titolari, discenderebbe dalla chiusura a riccio della burocrazia sanitaria regionale, che non intende cedere competenze e ruoli acquisiti, fatto sta in ogni caso che le nuove disposizioni lasciano in un angolo le farmacie del territorio. Ai pazienti affetti da covid-19 e in quarantena domiciliare, per esempio, la consegna di farmaci e dispositivi deve essere garantita «tramite l’attivazione di operatori adeguatamente addestrati e protetti (volontari Croce Rossa, Croce Blu…) secondo le indicazioni della Protezione civile». Per evitare più passaggi, inoltre, «le farmacie al pubblico e quelle ospedaliere possono coordinarsi con gli enti Locali per far transitare da un unico canale le consegne di farmaci, generi alimentari e altri prodotti».

Gli assistiti affetti da patologie che richiedono controlli ricorrenti e i pazienti fragili (anziani o con più patologie) che hanno difficoltà a ritirare i farmaci nei punti di distribuzione Asl o non riescono uscire di casa, possono invece richiedere la consegna a domicilio «al punto di distribuzione diretta cui generalmente accedono», che allestirà la fornitura e la affiderà a un corriere. «Tutte le Aziende sanitarie» chiarisce la circolare «hanno attivato collaborazioni con Associazioni di volontariato (tra le quali la Croce Rossa, che fa recapito anche per conto di Federfarma, ndr) o con la Protezione civile».

In alternativa, si legge ancora nella circolare, farmacia del territorio e farmacista della distribuzione diretta possono coordinarsi per unificare il recapito «in caso di terapie erogate dai due ambiti complementari». «Qui nell’Asl Romagna qualcosa hanno cominciato a farlo passare da noi» commenta Alberto Lattuneddu, presidente di Federfarma Forlì-Cesena «ma si tratta di poca roba, una ventina di pacchetti tra martedì e oggi. Forniture anche per più di tre mesi di terapia, in barba a ogni monitoraggio dell’aderenza terapeutica». Brucia, comunque, il dietrofront del 16 marzo: «Siamo convinti che la retromarcia sia stata dettata dai farmacisti che fanno la diretta e non vogliono rinunciare alle loro posizioni» taglia corto Lattuneddu «poche decine di persone che tengono in ostaggio migliaia di pazienti. Ne terremo conto, anche se la Lista unica della dpc (adottata dalla Regione a gennaio, ndr) è riuscita in qualche modo a contingentare la diretta, il prossimo rinnovo dell’intesa sulla dpc dovrà imporre un netto cambio di marcia».