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Mascherine, proseguono le forniture da Addendum. I consigli su modelli e uso

27 Maggio 2020

Sembrano arrivare alle farmacie a ritmo ormai regolare gli stock di mascherine concordati con l’Addendum del 13 maggio scorso dal commissario per l’emergenza covid Domenico Arcuri e dalle sigle della filiera farmaceutica. I 20 milioni di pezzi promessi dalla Protezione civile, secondo gli aggiornamenti che arrivano da Adf, sono stati distribuiti la scorsa settimana; le prime due tranche – da quattro e cinque milioni rispettivamente – della fornitura da 49 milioni assicurata dai grossisti hanno iniziato il loro viaggio verso le farmacie del territorio tra domenica e lunedì, dopo una sosta imprevista di 72 ore alla dogana per le solite lungaggini burocratiche.

La regolarizzazione delle forniture offre allora il destro per un ripasso su caratteristiche e indicazioni che contraddistinguono i diversi modelli di mascherina attualmente in commercio. Lo facciamo con l’aiuto di Barbara Papazian, specialista in Malattie dell’apparato respiratorio dell’Irccs Istituto Auxologico di Milano, che spiega a FPress quali sono i modelli da consigliare in base all’uso cui sono destinati.

Dottoressa, ripartiamo dalle basi: quali sono le mascherine più adatte per l’uso comune?
Come i farmacisti sanno bene, qusti dispositivi hanno la funzione di filtrare l’aria respirata, proteggendo le vie aeree e impedendo che il virus entri nel circolo sanguigno. Non tutte le tipologie di mascherine sono tuttavia utili per questo scopo. Alcune di quelle più comuni però, spesso in tessuto/non tessuto, ostacolano soltanto le particelle di dimensioni maggiori o la polvere. I modelli che hanno maggiore capacità di filtrare i virus e proteggono anche da particelle fini o ultrafini come il PM 10 e il PM 2,5 sono le ffp2 ed ffp. Ma oggi sono anche i dispositivi più difficili da reperire, poiché sono indispensabili al personale sanitario che è a contatto con pazienti covid positivi.

Con il passaggio alla fase 2 è tornato possibile fare attività fisica all’aperto: che cosa consigliare a chi ha bisogno di respirare in condizioni di iperventilazione dovute allo sport ma vuole anche proteggere se stesso e gli altri?
Correre o allenarsi con una mascherina potrebbe indurre la sensazione di dispnea, cioè fatica a respirare. Uno studio francese del 2018 ha sottoposto un gruppo di soggetti sani, alcuni dei quali indossavano una mascherina chirurgica, a un test di movimento (chiamato test del cammino) e ne ha registrato frequenza cardiaca, saturazione dell’ossigeno, distanza percorsa e percezione di mancanza di fiato. Tra coloro che indossavano la mascherina, si è registrata una differenza soltanto su quest’ultimo aspetto; distanza, frequenza cardiaca e respiratoria sono rimasti invariati in entrambi i gruppi.

Quindi mascherina per tutti i runner…
Se si preferisce comunque evitare l’uso di dispositivi di protezione perché non tollerati, il consiglio da dare è quello di praticare l’attività fisica scegliendo spazi aperti poco frequentati, lontano dalle vie trafficate, per non incrociare altre persone alimentando potenziali vie di diffusione del virus.

E per i più giovani? Dato che se le mascherine non aderiscono bene al viso non assolvono efficacemente alla loro funzione, cosa consigliare per i bambini?
Il dpcm 26 aprile 2020 obbliga all’uso di protezioni delle vie respiratorie fatta eccezione per i bambini al di sotto dei sei anni. In ogni caso, nella scelta delle mascherine per chi è più piccolo, meglio orientarsi sul modello classificato come Dispositivo medico e marcato Ce, in accordo al regolamento europeo 2017/745 e alla normativa tecnica en 14683:2019. Fondamentale poi sceglierne una che abbia le giuste dimensioni, tenendo in considerazione l’età e la necessità di coprire bene bocca e naso: per un bambino le dimensioni corrette sono 12×25 cm. Inoltre è utile spiegare al bambino perché e come vanno indossate, senza indurre paure.

Elena D’Alessandro

 

Approfondimento: un ripasso su modelli e caratteristiche

Le mascherine di protezione si dividono in due macro-categorie: le mascherine chirurgiche sono dispositivi medici (dm) e servono per proteggere gli altri; le mascherine ffp1, ffp2 e ffp3 (N95, N99 e N100 nella normativa americana) sono dispositivi di protezione individuale (dpi) e, quando dotate di valvola proteggono chi le indossa, quando sprovviste di valvola proteggono sia chi le indossa sia gli altri.

Mascherine chirurgiche Mascherine ffp Altri tipi di mascherina
Le mascherine chirurgiche, note anche come mascherine mediche o maschere facciali per uso medico, hanno lo scopo di evitare che chi le indossa contamini l’ambiente (in quanto limitano la trasmissione di agenti infettivi) e la loro regolamentazione ricade nell’ambito dei dispositivi medici di cui al D.lgs 46/1997. Sono utilizzate in ambiente ospedaliero e in luoghi ove si presti assistenza a pazienti (Case della salute, ambulatori ecc.) e per ridurre il rischio di diffusione delle infezioni nel corso di epidemie o pandemie.
Sono efficaci nella riduzione del rischio di trasmissione del virus, ma non garantiscono una protezione elevata nei confronti dell’agente infettante che proviene dall’esterno perché non sempre aderiscono bene al volto e non hanno funzione filtrante in fase inspiratoria, non proteggono, quindi, dall’inalazione di particelle aeree molto fini (aerosol).
La capacità filtrante delle mascherine chirurgiche è superiore al 95% verso l’esterno ed è di circa il 20% dall’esterno verso chi le indossa. Andrebbero cambiate spesso: se si bagnano, il passaggio delle particelle virali potrebbe essere agevolato. Sono indicate per il personale a contatto con il pubblico, per le persone affette da Covid-19 o potenzialmente infette.
Le semimaschere filtranti contro particelle, o maschere per polveri sottili, sono dpi suddivisi nelle classi di protezione ffp1, ffp2 e ffp3, dove ffp sta per filtering face piece. Sono utilizzate in ambiente ospedaliero e assistenziale come dispositivi di protezione delle vie respiratorie per proteggere l’utilizzatore da agenti esterni (aerosol, fumo e polveri fini acquose e oleose), sono certificate ai sensi del D.lgs 475/1992 e sulla base di norme tecniche (uni en 149:2009) che ne specificano i requisiti minimi.
Le classi ffp1, ffp2 e ffp3 offrono una protezione respiratoria per diverse concentrazioni di sostanze nocive, aderiscono bene al viso e il materiale con cui sono realizzate ha un’alta capacità di filtraggio dell’aria. Sono disponibili in versione con valvola (non hanno funzione filtrante in fase espiratoria) e senza (proteggono chi le indossa e gli altri); devono essere cambiate meno di frequente rispetto alle chirurgiche grazie al perdurare del potere filtrante.
FFP1 – Protezione da polveri atossiche e non fibrogene. Assicurano un primo livello di protezione delle vie respiratorie in ambienti polverosi e che contengono particelle in sospensione, ma non sono raccomandate per la protezione da agenti patogeni che si trasmettono per via aerea.
Capacità filtrante:
– Senza valvola: dall’esterno verso l’interno e viceversa è del 72%;
– Con valvola: dall’interno verso l’esterno è del 20%, dall’esterno verso chi le indossa è del 72%.
3. Evitare abbracci e strette di mano.4. Mantenere, nei contatti sociali, una distanza interpersonale di almeno un metro.5. Praticare l’igiene respiratoria (starnutire e/o tossire in un fazzoletto evitando il contatto delle mani con le secrezioni respiratorie).FFP2 – Protezione da polveri, fumo e aerosol solidi e liquidi dannosi per la salute. Raccomandate per gli operatori sanitari che assistono individui infetti o potenzialmente tali: le dimensioni dei pori filtranti sono più grandi di quella del virus, ma bloccano le particelle ambientali con l’effetto elettrostatico e le particelle virali che non sono veicolate sotto forma di aerosol.
Capacità filtrante:
– Senza valvola: dall’esterno verso l’interno e viceversa è del 92-94%;
– Con valvola: dall’interno verso l’esterno è del 20%,
dall’esterno verso chi le indossa è del 92-94%.FFP3 – Protezione da polveri, fumo e aerosol solidi e liquidi tossici e dannosi per la salute. Offrono la massima protezione possibile dall’inquinamento dell’aria respirabile. Per il personale medico e infermieristico specializzato assicurano la miglior protezione in entrata, visto che possono “chiudere” completamente le possibilità di scambio con l’esterno per naso e bocca. Hanno una valvola di esalazione e vanno impiegate dal personale sanitario nei reparti in cui sono ricoverati i pazienti più complessi che hanno contratto il virus, come le Unità di terapia intensiva.Capacità filtrante:
– Senza valvola: dall’esterno verso l’interno e viceversa è del 98-99%;
– Con valvola: dall’interno verso l’esterno è del 20%, dall’esterno verso chi le indossa è del 98-99%
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Ogni altra mascherina reperibile in commercio, diversa da quelle sopra elencate, non è un dispositivo medico né un dispositivo di protezione individuale; può essere prodotta ai sensi dell’art. 16, comma 2, del D.L. 18/2020, sotto la responsabilità del produttore che deve comunque garantire la sicurezza del prodotto (es: i materiali utilizzati non sono noti per causare irritazione o qualsiasi altro effetto nocivo per la salute, non sono altamente infiammabili). Per queste mascherine non è prevista alcuna valutazione dell’Istituto Superiore di Sanità e dell’Inail.
Le mascherine in questione non possono essere utilizzate in ambiente ospedaliero o assistenziale in quanto non hanno i requisiti tecnici dei dispositivi medici e dei dispositivi di protezione individuale. Chi la indossa deve comunque rispettare le norme precauzionali sul distanziamento sociale e le altre introdotte per fronteggiare l’emergenza covid-19.