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La Protezione civile digitalizza anche le ricette rosse della dpc

21 Marzo 2020

Innanzitutto c’è la dematerializzazione del promemoria, l’ultimo pezzo di carta che – arrivata la ricetta elettronica – ancora costringeva gli italiani a fare la spola tra medico e farmacia a ogni prescrizione. Ma questa non è l’unica novità dell’annunciata (venerdì) ordinanza della Protezione civile che semplifica la dispensazione dei farmaci sul territorio. All’articolo 2, infatti, il testo raccomanda a Regioni e province autonome («dove possibile») di dematerializzare anche le ricette della dpc, che finora hanno continuato a essere stampate su carta. E autorizza le stesse Regioni e Province autonome a far distribuire i farmaci che richiedono un controllo ricorrente «anche alle farmacie del territorio, con le medesime modalità previste per l’erogazione dei farmaci in regime convenzionale (cioè con dematerializzazione del promemroia, ndr) e secondo i criteri stabiliti nei vigenti accordi locali, stipulati con le organizzazioni delle farmacie».

E’ evidente che l’obiettivo di tutte le disposizioni impartite è quello di ridurre ulteriormente trasferte e spostamenti degli assistiti, in modo da ridurre le occasioni di possibili contagi. Non a caso, l’ordinanza dà attuazione a misure che le Regioni avevano già concordato reciprocamente e alcune di loro – Lombardia ed Emilia Romagna, per esempio – avevano già attuato.

La stessa ordinanza, peraltro, dovrà essere a sua volta recepita e adattata in alcuni specifici punti dalle singole Regioni. A proposito di farmaci del Pht da far dispensare in farmacia, per esempio, occorrerà che le Federfarma competenti e le autorità regionali confermino o integrino le nuove modalità distributive. Stesso discorso riguardo alla dispensazione in farmacia dietro semplice presentazione del nre: al comma 7 dell’articolo 1, l’ordinanza dispone che l’annullamento delle fustelle avviene mediante «apposizione della lettera “X” sulle stesse, ben visibile e con inchiostro indelebile, salvo diversa indicazione regionale». Le Unioni regionale, è quindi l’invito della Federazione nazionale, prenderanno contatto con i governi locali per negoziare tali indicazioni oppure riconfermare quelle già adottate.

In tutti i confronti con la controparte pubblica, ricorda ancora Federfarma, sarà opportuno ricordare che «qualsiasi misura diretta a ridurre la circolazione delle persone consente di conseguire una concreta riduzione della pandemia in atto».