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Aifa: convenzionata stabile, Veneto ed Emilia Romagna quelle che avanzano di più

4 Marzo 2020

Tende a stabilizzarsi la spesa farmaceutica convenzionata netta, che nei primi dieci mesi del 2019 perde appena lo 0,1% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente e si ferma a 6,5 miliardi di euro. Risultano in leggero calo anche le ricette, -0,6%, crescono invece di un punto percentuale i consumi di farmaci, calcolati in dosi giornaliere dispensate. Sono i dati cardinali del report con cui l’Aifa fotografa la spesa farmaceutica sostenuta dal Ssn nel periodo gennaio-ottobre 2019: rispetto alle uscite precedenti il quadro resta sostanzialmente invariato, con gli acquisti diretti (ospedale più dd-dpc) che generano uscite per quasi 8,8 miliardi (da cui uno sfondamento di 2,4 miliardi rispetto al tetto del 6,69%) e la convenzionata che produce un avanzo sul proprio tetto (7,96%) di oltre 700 milioni e riduce quindi il rosso della spesa farmaceutica complessiva a 1,7 miliardi di euro.

 

Tutti i numeri forniti poc’anzi, come sempre, rappresentano medie nazionali che celano andamenti estremamente diversi da regione a regione. Nella convenzionata, per esempio, Emilia Romagna e Lombardia crescono nel periodo gennaio-ottobre del 2,5 e del 2,3% rispettivamente, l’Abruzzo arretra del 7,3%. Significative anche le differenze rispetto all’uso che ciascuna Regione fa delle risorse assegnate con i tetti di spesa: Lombardia, Lazio e Basilicata riescono a consumare (a beneficio delle farmacie, ovviamente) quasi tutte le risorse assegnate per la convenzionata; altre invece – come Veneto ed Emilia Romagna – avanzano quasi due punti percentuali sul proprio tetto, che equivalgono rispettivamente a 153 e 163 milioni di mancata spesa nel canale delle farmacie.

 

Il modo in cui queste due Regioni utilizzano i loro avanzi emerge evidente da un raffronto della spesa complessiva, cioè convenzionata più acquisti diretti: il Veneto è l’unica tra le Regioni più grandi che nel periodo gennaio-ottobre riesce a stare sotto al tetto del 14,85% (vedi tabella sotto), l’Emilia Romagna è quella che mostra in percentuale lo sfondamento più contenuto. In altri termini, le due Regioni riescono a coprire del tutto o quasi lo sfondamento degli acquisti diretti con gli avanzi della convenzionata. Avanzi, come noto, che Federfarma vorrebbe utilizzare in parte per la riforma della remunerazione e le Regioni invece non vogliono perdere.

 

Chiude i primi dieci mesi del 2019 con il segno meno anche la distribuzione diretta-dpc: a livello nazionale la contrazione ammonta al 3%, con la spesa che si ferma a 3,7 miliardi di euro. Anche qui però i valori differiscono ampiamente da regione a regione: in Abruzzo e toscana si registrano gli incrementi più importanti, in Sardegna e Sicilia gli arretramenti più cospicui.