La politerapia è una realtà sempre più diffusa nella popolazione anziana, ma i suoi effetti collaterali mettono spesso a rischio l’aderenza terapeutica, con costi enormi per il Servizio sanitario. È in questo scenario che medicina di precisione e prescrittomica si candidano a diventare strumenti chiave anche per le farmacie, nella gestione più efficace e personalizzata dei trattamenti. Lo ha sottolineato il presidente dell’Aifa Robert Nisticò, intervenendo alla tavola rotonda “Verso la medicina di precisione”, organizzata a Roma dall’Ordine dei medici capitolino.
«Quasi un anziano su tre» ha ricordato Nisticò «assume 10 o più medicinali, mentre il 68% degli over 65 ha ricevuto prescrizioni per almeno cinque farmaci diversi. L’interazione tra tanti principi attivi è difficile da monitorare, anche per i medici, e può generare scarsa tollerabilità, con conseguente abbandono delle terapie o assunzione irregolare». Il risultato è un’aderenza terapeutica insufficiente che, secondo le stime dell’Agenzia, genera un costo annuo per il SSN pari a circa 2 miliardi di euro.
«È qui che la medicina di precisione e la prescrittomica giocano un ruolo cruciale» ha ribadito il presidente dell’Aifa. La prescrittomica, in particolare, è una disciplina emergente che integra dati genetici, biochimici e clinici per personalizzare le terapie in modo più preciso ed efficace, riducendo effetti collaterali ed evitando trattamenti inefficaci. «Siamo entrati in una nuova fase» ha detto Nisticò «dove il futuro passa necessariamente attraverso l’integrazione di queste tecnologie per razionalizzare le prescrizioni e migliorare la qualità della vita dei pazienti. Ognuno di loro è unico, e merita una cura altrettanto unica».
In questa direzione si muove anche l’attività istituzionale dell’Aifa: «Abbiamo istituito un Tavolo tecnico dedicato alla medicina di precisione e alla prescrittomica» ha annunciato Nisticò «che lavora insieme a società scientifiche, ordini professionali e accademici per mettere a punto indicazioni utili a tutti gli operatori sanitari e ai pazienti, soprattutto quelli in politerapia. L’obiettivo è duplice: migliorare la qualità di vita e ottimizzare l’uso delle risorse sanitarie».
Le potenzialità di questo approccio sono supportate anche dai dati: l’utilizzo dell’intelligenza artificiale per monitorare le terapie e fornire supporti in tempo reale può aumentare l’aderenza fino al 20%, con un miglioramento del 40% della qualità della vita e del 20% della sopravvivenza. L’analisi genomica, inoltre, permette di adattare i farmaci al singolo paziente, riducendo tossicità e reazioni avverse.