attualita

E’ al congresso Sifo l’innovazione che in farmacia non si vede più

1 Dicembre 2018

Per scoprire dove sono finiti i farmaci innovativi che nelle farmacie del territorio non arrivano più basta fare un salto al 39° Congresso nazionale della Sifo, la società scientifica dei farmacisti ospedalieri. Cioè a Napoli, alla Mostra d’Oltremare, dove l’evento è ospitato fino a domenica. Tutti i più importanti brand del pharma (Bayer, Boehringer Ingelheim, Grunenthal, Janssen, Msd, Mylan, Novartis, Pfizer, Sandoz, Takeda, Teva, solo per citarne qualcuno a caso) stanno lì con i loro stand, una sessantina in tutto. C’è quasi soltanto farmaco, esattamente come nei congressi della farmacia convenzionata c’è oggi quasi soltanto “no prescription”, che sia Sop-Otc o extrafarmaco. «Noi farmacisti titolari ci stiamo facendo sempre più piccoli e loro sono diventati protagonisti» è il commento del presidente di Federfarma Napoli, Michele Di Iorio, ieri al Congresso per fare gli onori di casa. «Lo si capisce anche dalla partecipazione dei politici» prosegue «ieri è venuta il ministro della Salute, Giulia Grillo, il giorno prima manager e dirigenti della Regione Campania».

Stessa considerazione dal presidente di Federfarma Sardegna, Giorgio Congiu, anche lui in visita al Congresso: «Basta girare un po’» dice a FPress «e si capisce subito che per noi il farmaco innovativo si fa sempre più lontano». Eppure, dall’evento arrivano anche segnali di possibili convergenze tra i due versanti della professione: «A parlare con qualche collega della Sifo» conferma Congiu «si scopre che loro per primi sarebbero d’accordo a spostare in dpc una parte dei farmaci della diretta. Soprattutto quelli per il trattamento di terapie come la sclerosi multipla: portare questi pazienti nelle strutture pubbliche non è facile, né si può pensare di fornirli di farmaci per due o tre mesi e mandarli a casa. E’ comune l’idea che in questi frangenti la distribuzione dalle farmacie del territorio sia la soluzione più opportuna». La sensazione, insomma, è che si debba soltanto trovare la strada giusta per aprire il confronto con la Sifo, magari assieme all’Aifa: «Vanno individuate le patologie che è più conveniente curare a casa» prosegue Congiu «e poi concordare con l’Aifa le regole: i farmaci con almeno sei mesi o un anno di commercializzazione passano in dpc e vengono dispensati dalle farmacie».

Ne è convinta anche Annarosa Racca, presidente di Federfarma Lombardia: «Anche quest’anno vedo un Congresso ricco di contenuti che dimostra una volta di più la necessità di cercare le giuste chiavi per aprire un confronto con la Sifo» è il suo giudizio «riteniamo che ci siano tutti gli spazi per costruire una collaborazione reciproca che abbia come finalità la distribuzione dei farmaci nei nostri due canali. Magari prendendo a modello l’ultimo accordo lombardo sulla dpc, che qui ha ricevuto parecchi apprezzamenti».