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Valsartan, l’Fda pubblica i risultati delle sue verifiche: Ndma tra 0,3 e 20 μg

10 Ottobre 2018

Oscilla tra gli 0,3 e i 20 microgrammi la quantità di N-nitrosodimetilammina (Ndma) ritrovata dall’Fda nei farmaci a base di valsartan cinese ritirati quest’estate dal mercato americano. E’ l’evidenza che emerge dai risultati delle analisi condotte dall’agenzia statunitense, risultati diffusi venerdì scorso dalla stessa Fda: come spiega il testo che accompagna i dati, per un raffronto si consideri che è considerata «ragionevolmente sicura» l’assunzione continuativa di una dose giornaliera di 0,096 microgrammi di Ndma; invece, «se 8mila persone assumessero a cadenza quotidiana, per quattro anni, valsartan contaminato nel dosaggio più elevato (320 mg), ci sarebbe la probabilità che nel gruppo possa insorgere un caso in più di tumore» rispetto ai normali tassi statistici.

Anche l’Ema, come noto, sta effettuando verifiche di laboratorio sulle impurezze di Ndma e Ndea (N-nitrosodiethylamine) contenute nella produzione della Zhejiang Huahai: non solo valsartan, in particolare, ma anche candesartan, irbesartan, losartan e olmesartan, sui quali l’Fda ha già fatto calare un divieto d’importazione (negli Usa) quando l’Agenzia europea si è invece limitata a bloccare per il momento soltanto il valsartan. Intanto tra i Paesi dell’Unione continuano ad arrivare analisi e dati discordanti: come riferisce la rivista Daz.online, il Laboratorio centrale dei farmacisti tedeschi (ZL, Zentrallaboratorium deutscher apotheker) aveva effettuato a luglio verifiche su alcune specialità a base di valsartan ritirate dal mercato nazionale e i risultati rivelavano dosaggi di Ndma tra i 3,7 e i 22 microgrammi, quantità che la Commissione farmaci dell’Abda, l’associazione dei farmacisti tedeschi, ha definito «preoccupante»; uno studio condotto in Danimarca su oltre 5mila pazienti curati tra il 2012 e il 2015 con valsartan, invece, dimostrerebbe «un aumento non significativo» del rischio di contrarre una malattia oncologica.