dalle regioni

Emilia Romagna, Federfarma all’attacco sulla distribuzione diretta-dpc

21 Luglio 2018

Agosto è ormai alle porte e negli ospedali così come nelle strutture pubbliche sono già scattate le turnazioni per le vacanze estive. Personale ridotto, orari dei servizi diradati e, tra questi, la distribuzione diretta dei farmaci. Lo sa anche Federfarma Emilia-Romagna, che ieri è intervenuta con un comunicato a quotidiani e giornali locali per denunciare i disagi cui saranno costretti gli assistiti anche quest’anno come i precedenti. «Come farmacisti» è il commento del presidente del sindacato regionale, Achille Gallina Toschi «siamo sensibili alle difficoltà che i cittadini incontrano e ci riportano. Soprattutto in estate, quando la città si svuota e le reti di aiuto si allentano, sono tantissimi i pazienti che ci chiedono supporto. Purtroppo, non siamo noi a decidere quali farmaci possano essere ritirati nelle farmacie di prossimità e quali in quelle ospedaliere».

Da sempre, continua Gallina Toschi, Federfarma è dell’idea che tutti abbiano il diritto di trovare il farmaco necessario sotto casa. E proprio per questo, il sindacato titolari avevano sottoscritto nel 2017 un nuovo accordo per la dpc che allargava l’elenco delle specialità dispensabili nelle farmacie del territorio. «Il nostro impegno è quello di continuare a chiedere alla Regione di incrementare la dpc» prosegue Gallina Toschi «molto è stato fatto ma molto è sicuramente ancora da fare». L’auspicio, dunque, è che «il dialogo con le Asl porti a soluzioni e accordi sempre più efficaci, mirati a ridurre i costi sociali senza gravare sulla spesa pubblica. Le farmacie sono parte integrante del sistema sanitario nazionale».

«Il comunicato» spiega Gallina Toschi a FPress «esce a ruota delle lettere inviate ai giornali da alcuni pazienti per lamentarsi dei disagi causati dalla diretta. Abbiamo colto l’occasione per ricordare i termini della questione in vista del rinnovo dell’accordo sulla dpc, che scade a fine anno e sul quale abbiamo già cominciato ad avere alcuno scambi d’idee con la Regione».