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Lazio, nel Piano per l’assistenza territoriale infermieri e CdC

9 Gennaio 2024

Nuovi posti letto in Rsa, hospice e strutture riabilitative, cure palliative più diffuse e capillari, rafforzamento dell’assistenza domiciliare integrata per trasformare la casa del paziente in luogo di cura, snellimento delle dimissioni ospedaliere, armonizzazione dei percorsi diagnostici terapeutici assistenziali. Sono alcuni dei principali interventi previsti Piano di programmazione dell’assistenza territoriale 2024-2026, che la giunta della Regione Lazio ha approvato negli ultimi giorni del 2023. L’obiettivo di fondo è quello di rafforzare i servizi sanitari dei distretti Asl secondo le linee del dm77 su “Modelli e standard per lo sviluppo dell’assistenza territoriale del Ssn”.

Il documento laziale, in particolare, punta la lente sulla “polipharmacy” (il 32,4% dei pazienti con più di una cronicità assume 10 o più farmaci) e raccomanda «“cambi di setting” da e verso le strutture territoriali previste dal dm77 (Ospedali e Case di comunità)» per individuare risposte adeguate sul territorio ai bisogni di questa fetta della popolazione.

In questo contesto si inserisce la figura dell’infermiere di famiglia e di comunità (Ifec), che «sarà operativo sia per gli interventi di educazione sanitaria (individuale e collettiva) sia per intercettare i bisogni di salute dei pazienti in ambito territoriale». Ma avranno un ruolo di primo piano anche i nuovi modelli organizzativi del Pnrr, ossia le 59 Centrali operative territoriali, i 35 Ospedali di comunità e le 131 Case di comunità programmate per il Lazio. E la telemedicina, che il Piano annovera tra gli strumenti con cui «gestire a domicilio la cronicità».