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Vaccinazione in farmacia, Federfarma Roma rivela gli errori più comuni

12 Giugno 2021

Una chat su Telegram cui partecipano oltre 370 associati, un set di video tutorial e un attento monitoraggio dei canali social così come delle segnalazioni che eventualmente vengono raccolte. Sono i canali utilizzati da Federfarma Roma per assicurarsi che le farmacie capitoline coinvolte dal primo giugno nella vaccinazione contro covid rispettino protocollo e indicazioni tecniche della Regione. Un’attività di controllo che mira ad assistere gli associati e aiutarli a mantenere la giusta rotta piuttosto che minacciare o sanzionare, come spiega a FPress Andrea Cicconetti, presidente di Federfarma Roma.

«A fine maggio» ricorda «avevano organizzato un webinar per gli associati allo scopo di tradurre il protocollo operativo della Regione in indicazioni tecniche e attuative. Subito a ruota, nella parte riservata del nostro sito abbiamo raccolto alcuni video che aiutano il farmacista nell’organizzazione pratica dell’attività vaccinale».

In aggiunta, è stato aperto su Telegram un canale dove gli associati possono riferire i loro dubbi, chiedere consigli, fornire suggerimenti, riferire la loro esperienza pratica. «E’ una sorta di peer review nella quale chi ha più confidenza con il protocollo aiuta gli altri a trovare risposta ai loro dubbi» continua Cicconetti «in più dall’inizio della campagna Federfarma Roma sta seguendo attentamente l’attività delle farmacie, con un occhio rivolto anche ai post e alle foto che gli stessi titolari pubblicano sui social, per intervenire con un consiglio o una raccomandazione in caso di difformità nell’applicazione del protocollo».

Dopo poco più di una settimana di somministrazioni, in particolare, è già possibile stilare una casistica degli errori più comuni che sia di aiuto alle farmacie per intervenire e correggersi. «La mancana più frequente riguarda l’uso dei dpi» osserva Cicconetti «non tanto l’uso dei guanti, che non sono obbligatori mentre lo è l’igienizzazione delle mani prima di ogni inoculazione; mi riferisco invece al camice monouso, che – lo ricordiamo – non deve essere sostituito a ogni somministrazione ma soltanto quando chi vaccina fa una pausa o finisce il proprio turno; quando riprende, ne deve indossare uno nuovo. Abbiamo riscontrato errori anche riguardo alle mascherine: devono essere obbligatoriamente ffp2, le chirurgiche non sono consentite».

Da correggere anche le scelte di alcuni titolari riguardo allo spazio dove è stata collocata la zona di osservazione post inoculo: «Va bene se sono all’esterno della farmacia» osserva Cicconetti «ma è indispensabile garantire la privacy dei vaccinati. E anche se non è necessaria la presenza fissa di un operatore, è comunque indispensabile che si possa buttare un occhio di tanto in tanto».

Altre mancanze, invece, possono essere evitate con il semplice buon senso. «E’ opportuno che ai vaccinandi siano offerte sedute comode e stabili» esemplifica Cicconetti «perché non va dimenticato che molte persone sono sensibili ad aghi e alla vista del sangue. Già nella prima settimana è capitato qualche caso di paziente che è addirittura svenuto prima dell’inoculazione; non è stato necessario chiamare l’ambulanza e tutte le persone si sono velocemente riprese, ma proprio per questo motivo vanno prese tutte le misure utili a mettere gli assistiti a loro agio».

Più che sporadici, invece, gli errori legati alla logistica o alla somministrazione: «Una farmacia ha segnalato il caso di una siringa già riempita il cui lo stantuffo si è bloccato rendendo impossibile l’iniezione. Risultato, si è dovuta buttare via la dose. In un altro caso, un guasto elettrico ha interrotto la catena del freddo e deteriorato due o tre flaconi, che anche in questo caso hanno dovuto essere buttati».

Intanto da questa settimana si è allargato il numero delle farmacie coinvolte – dalle 400 iniiali a oltre 600 – e sono anche aumentate le dosi settimanali, che ora ammontano alle 25 programmate per la prima fase. «Continueremo con questi numeri sino a fine mese» conferma Cicconetti «quindi cresceremo progressivamente. Contiamo di arrivare in 3-4 mesi a oltre mille farmacie impegnate nella vaccinazione».