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Germania, vietati ai distributori sconti alle farmacie oltre il 3,15%

16 Febbraio 2024

In Germania sta facendo discutere parecchio – e rischia di tradursi in un’ulteriore perdita economica per i farmacisti titolari – la sentenza con cui la settimana scorsa il Tribunale superiore del Brandeburgo ha dichiarato illegittimi gli sconti commerciali che oltrepassano il margine variabile del 3,15% spettante al distriutore. All’origine dell’intervento il contenzioso aperto dal Wettbewerbszentrale, l’Ufficio centrale per la lotta alla concorrenza sleale, contro l’importatore parallelo Haemato, che alle farmacie da cui arrivavano acquisti diretti per farmaci con obbligo di ricetta concedeva uno sconto del 3,04% più un secondo sconto del 3% in caso di saldo delle fatture entro 14 giorni (anziché i canonici trenta).

Nella sentenza, che ancora dev’essere pubblicata e dunque non è ancora del tutto chiaro cosa è stato vietato e cosa invece si potrà continuare a fare, i giudici hanno confermato due principi: primo, chi acquista è tenuto a pagare immediatamente, le dilazioni a 30 giorni rappresentano in realtà una deroga a quanto prevede la legge quindi il saldo di una fattura in tempi abbreviati non può essere definito un «pagamento anticipato»; secondo, i margini spettanti alla filiera sui farmaci con ricetta sono definiti per legge, pertanto il distributore intermedio può concedere alle farmacie sconti che complessivamente non devono superare la sua quota variabile (il 3,15% sul prezzo ex-factory), senza possibilità di intaccare la sua quota fissa (70 centesimi a confezione).

Per i giudici, l’intangibilità della parte fissa della remunerazione al grossista deriva dalle disposizioni della legge federale sul farmaco, che non vieta esplicitamente gli sconti commerciali ma scrive a chiare lettere che il fee a pezzo va fatturato obbligatoriamente. Dunque, l’unica parte del compenso che i distributori possono “erodere” è la quota variabile del 3,15%.

In attesa della pubblicazione della sentenza, qualcuno ha già cominciato a fare due conti e i risultati non sono entusiasmanti: secondo la rivista Apotheke Adhoc, le farmacie tedesche rischiano di perdere sconti per circa 20mila euro all’anno, una cifra che dà la misura di quanto fosse diffusa tra i grossisti la pratica. Ma potrebbero anche rimetterci le farmacie online internazionali, come DocMorris e Shop Apotheke-Redcare, che vendono farmaci con ricetta ai consumatori tedeschi (in Germania il commercio a distanza sull’etico è consentito). Questi e-retailer, infatti, fanno concorrenza alle farmacie fisiche tedesche con ribassi importanti sui prezzi di vendita, che cercano di recuperare in parte contrattando sulle condizioni commerciali da industria e distribuzione. Non resta che attendere la pubblicazione della sentenza.